«Il consiglio di amministrazione di Mps sta conducendo riflessioni di carattere strategico, analizzando possibili ipotesi di aggregazione o diversificazione dimensionale, sulle cui decisioni finali deve esprimersi l'azionista di controllo» ovvero il Tesoro che controlla ancora il 68% del capitale.
Sono bastate queste poche parole dette dall'ad, Marco Morelli (nella foto), durante l'assemblea dei soci di ieri a Siena per mettere le ali al titolo del Montepaschi in Borsa dove poi la seduta è stata archiviata con un balzo dell'8,5% a 1,35 euro. Morelli sta cercando di ristrutturare la banca per riportarla in condizioni di essere attraente per la fusione, invocata dalla Bce, consentendo allo Stato che è entrato nel capitale con il salvataggio da 5 miliardi del 2017 di uscirne entro il 2021, come richiesto dai patti firmati con le autorità europee. In base agli stessi accordi, lo Stato deve però deve indicare come «scendere» dal Monte già prima della fine di quest'anno.
Nel frattempo, l'esposizione del gruppo verso i primi 100 debitori della banca è diminuita lo scorso anno del 21%, scendendo da 4,8 a 3,7 miliardi, ha detto l'ad.
Oltre ad approvare il bilancio 2018 l'assemblea dei soci del Monte ha respinto con il voto determinante del Tesoro l'azione di responsabilità nei confronti dell'ex presidente Alessandro Profumo e dell'ex ad Fabrizio Viola presentata dal socio Bluebell.
L'assemblea ha respinto con la stessa ampia maggioranza (99% del capitale presente) una seconda mozione che chiedeva l'azione di responsabilità verso l'attuale presidente, Stefania Bariatti, l'ad Morelli, il vicepresidente Antonino Turicchi e altri due consiglieri della banca tutti in carica nel 2015 quando fu redatto l'ultimo documento finanziario che per Bluebell non era conforme.CC
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