Economia

Mps verso un aumento da 2,5 miliardi

Attese fino a 4.500 uscite e 700 milioni di utile pre-tasse al 2024

Mps verso un aumento da 2,5 miliardi

Ci sono un aumento di capitale fino a 2,5 miliardi da fare nel 2022 e una severa sforbiciata al personale nel nuovo piano industriale al 2026 di Monte Paschi. Il documento è stato approvato ieri dal cda, dopo che è sfumato il salvataggio da parte di Unicredit, e sarà alla base delle trattative in corso tra il Mise (primo socio della banca con il 64%) e l'Europa sul rinvio del termine per l'uscita dello Stato dal capitale del Monte, in scadenza il 31 dicembre.

L'aumento di capitale servirà anche a finanziarne la completa ristrutturazione della banca. Il management guidato dall'ad Guido Bastianini promette di creare «una nuova e più snella Mps», con «una radicale semplificazione del modello operativo e della struttura», di proseguire nel derisking sul fronte dei crediti deteriorati, che resteranno al di sotto del 4%, e delle cause legali e di (ri)portare Siena ad offrire «un'adeguata remunerazione» agli azionisti, dopo un decennio in cui ha accumulato circa 23 miliardi di perdite.

Il piano prevede che il Monte generi nel 2024 un utile pre-tasse di 700 milioni, riducendo il rapporto tra costi e ricavi al di sotto del 60% e mantenendo un costo del rischio a 50 punti base. Il ritorno sul capitale tangibile (Rote) si attesterà a circa l'8,5-9%, per salire all'11% nel 2026, mentre sul fronte patrimoniale il Cet1 supererà il 14% nel 2024 e arriverà al 17,5% nel 2026, al lordo dei dividendi e dell'effetto positivo della rivalutazione delle attività fiscali differite. Gli oneri di ristrutturazione sono circa un miliardo di euro, in gran parte destinati a spesare un piano di uscite volontarie di personale, con risparmi di costo di circa 275 milioni all'anno. Secondo fonti sindacali potrebbero esserci fino a 4.500 uscite che dovrebbero essere in parte compensate da un piano di assunzioni, nel rapporto di una a quattro. Altri 800 milioni serviranno a modernizzare la banca attraverso investimenti nel digitale e nell'It.

Con la Ue tratterà anche il Teroso che punta a una proroga di almeno 18-24 mesi per consentire il pieno rilancio della banca e la sua successiva valorizzazione.

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