Mps vuole patteggiare sul derivato Alexandria

Verso una multa e 10 milioni di confisca

Monte Paschi decide di patteggiare nell'inchiesta penale in corso a Milano sul derivato Alexandria che coinvolge l'ex presidente Giuseppe Mussari e la sua gestione. Se la richiesta, depositata ieri a sorpresa al Gup, sarà accolta, Rocca Salimbeni pagherà 600mila euro di sanzione e subirà una confisca del valore di 10 milioni.

I reati - che rappresentano il presupposto della responsabilità amministrativa di Mps - riguardano ipotesi di false comunicazioni sociali, abuso di mercato e ostacolo alla vigilanza. Il Monte non avrebbe insomma «vigilato» a dovere sulle decisioni adotatte tra il 2009 e il 2012 dallo stesso Mussari, dall'ex direttore generale Antonio Vigni e dall'ex capo della finanza Gianluca Baldassarri. Nel mirino ci sono nel dettaglio appunto il derivato Alexandria, il derivato Santorini, il prestito ibrido «fresh» e la cartolarizzazione Chianti Classico. Operazioni attraverso le quali - secondo l'accusa - Mussari & C avrebbero fatto emergere in modo fittizio nel bilancio di Mps centinaia di milioni di utili, ma mai in realtà esistiti. Il «nuovo» Monte Paschi si è poi costituito parte civile, insieme alla Fondazione Mps e a un migliaio circa di risparmiatori.

Con la riunificazione dei due filoni di inchiesta gli imputati sono aumentati da 6 a 17: si tratta degli ex vertici di Mps, di Deutsche Bank (su 6 indagati 5 sono ex dipendenti), della filiale inglese della giapponese Nomura e degli stessi istituti, per i reati di false comunicazioni sociali, aggiotaggio, falso, ostacolo alle funzioni di vigilanza di Bankitalia e Consob.

Tra gli indagati di cui la Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio figurano l'ex presidente di Mps Giuseppe Mussari, l'ex dg Antonio Vigni, l'ex capo dell'area finanza Gianluca Baldassarri e l'ex direttore finanziario Daniele Pirondini. La prossima udienza è prevista il 4 luglio.

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