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Le multinazionali del tabacco comprano "made in Italy"

A Philip Morris il 50% della produzione totale: investirà 500 milioni in 5 anni. Per Bat Italia e Jti intese triennali

Le multinazionali del tabacco comprano "made in Italy"

Acquisto di tabacco italiano e sostegno alla filiera. Vanno in questa direzione i tre accordi siglati al ministero dell'Agricoltura da Philip Morris, British American Tobacco e Japan Tobacco International. Intese che «saranno in grado di garantire una progettualità di lunga durata alle aziende impegnate nella filiera tabacchicola italiana», ha spiegato il sottosegretario Patrizio Giacomo La Pietra.

Philip Morris investirà fino a 500 milioni di euro in cinque anni impegnandosi ad acquistare ogni anno fino a 21mila tonnellate di tabacco greggio. «Si tratta del più alto investimento da parte di un'azienda privata sulla tabacchicoltura italiana, corrispondente a circa il 50% dell'intera produzione nazionale di tabacco», ha osservato Marco Hannappel, presidente dell'area Europa Sud-Occidentale di Philip Morris International. La Coldiretti ha sottolineato come l'accordo preveda la «più rilevante fornitura di tabacco a livello europeo» che coinvolgerà «circa mille imprese agricole italiane produttrici in Campania, Umbria, Veneto e Toscana».

L'intesa siglata da Bat prevede fino a 60 milioni di euro in tre anni per l'acquisto di 15mila tonnellate di tabacco italiano e coinvolgerà circa 400 aziende. Ulteriori 2 milioni, rispetto all'investimento del 2022, sono destinati a fronteggiare il caro energia che ha colpito anche la tabacchicoltura italiana. «L'Italia - ha spiegato il direttore generale di Bat Italia, Fabio de Petris - riveste una grande importanza nella strategia globale di Bat, che da sempre pone innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale al centro della propria agenda Esg». Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha accolto «con soddisfazione il progetto di Bat a sostegno della filiera tabacchicola italiana», sottolineandone il «ruolo strategico nell'economia del Paese».

Accordo di durata triennale anche per Jti, che impegnandosi ad acquistare tabacco da produttori italiani dà continuità agli investimenti nel settore in Italia. L'intesa, ha spiegato il presidente e amministratore delegato della divisione italiana del gruppo Jti, Didier Ellena, «sarà in grado garantire ancor più progettualità alle aziende impegnate nella filiera tabacchicola italiana e alle migliaia di lavoratori impiegate». L'accordo, ha evidenziato il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, riguarderà «centinaia di aziende italiane e migliaia di lavoratori del settore, principalmente tra Umbria, Campania e Veneto» e rappresenta «un valido modello di collaborazione e sviluppo per il consolidamento e la competitività delle filiere agricole del nostro Paese». L'Italia, ha ricordato il sottosegretario La Pietra, «è il maggior produttore in Europa di tabacco e la filiera conta più di 50mila addetti e 1.

500 aziende, va quindi valorizzata».

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