Economia

Natale senza luce per i Bitcoin. Crollati sotto i 12mila dollari

In una settimana va in fumo il 40% del valore. Molti i maxi-ribassi negli ultimi 7 anni, sempre recuperati

Natale senza luce per i Bitcoin. Crollati sotto i 12mila dollari

Rischia di essere un Natale assai amaro per i fan del Bitcoin. Soprattutto per quelli dell'ultima ora, allettati dalle recenti impennate delle quotazioni e convinti di aver scoperto il nuovo Eldorado. Ieri, infatti, si sono spente le luminarie, e sulla criptovaluta è calato il buio sotto forma di un maxi-ribasso del 25%.

Sulla piattaforma Bitmap i prezzi hanno battuto in ritirata fino a un minimo di 11.159 dollari, ma l'aspetto più inquietante è il liquefarsi del valore rispetto ad appena lunedì scorso, quando la divisa virtuale valeva circa 20mila bigliettoni, e le sei sedute consecutive in rosso accumulate. Una palmare dimostrazione dell'estrema volatilità del Bitcoin, confermata dalla decisione presa ieri dal Cme di Chicago di sospendere le contrattazioni sul future della criptovaluta per eccesso di ribasso.

Ma non solo. La caduta del Bitcoin ha provocato il classico effetto del sasso lanciato in uno stagno. I crolli si sono infatti estesi all'intero mondo delle «cripto»: Bitcoin Cash è collassato del 31%, Ethereum del 20% e Litecoin ha lasciato sul terreno il 22%. È il segno dello stretto legame esistente tra la prima moneta virtuale e quelle che sono venute dopo.

Anche se dall'inizio dell'anno, quando valeva 1.000 dollari, i guadagni restano stellari, la perdita di valore degli ultimi giorni ha scatenato i detrattori del pianeta bitcoin. Charlie Munger, braccio destro di Warren Buffett, ha detto che «è totalmente stupido anche solo fermarsi a pensare» alla criptovaluta. È una bolla pazza» che attrae la gente con l'idea di creare facilmente ricchezza «senza molte analisi o lavoro. È l'ultima cosa al mondo a cui dovreste pensare». Per Munger, i bitcoin vanno evitati come la «peste» perché «è totalmente una follia». Non meno pesante il giudizio di Takashi Hiroki, capo della strategia di Monex Securities a Tokyo: «Il trading in bitcoin è simile al gioco d'azzardo, quindi i suoi movimenti non seguono schemi logici. A differenza di azioni e obbligazioni - ha aggiunto - , non è possibile calcolare i rendimenti attesi su bitcoin».

Eppure, è la storia stessa del Bitcoin a indicare che negli ultimi sette anni le quotazioni hanno subìto periodicamente veri e propri crolli, salvo poi riprendere la scalata: -93% dalla metà alla fine del 2011; -70% dal marzo al giugno 2013; -70% nel 2014; -86% nel 2014.

Non è quindi da escludere che anche stavolta la storia si ripeta.

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