Economia

Negli Usa vietato comprare bond russi

Pressioni sulle banche: "Se acquistate, danni alla reputazione"

Negli Usa vietato comprare bond russi

Come si traduce in russo «moral suasion»? «Zapugivaniye», intimidazione. I già tesi rapporti tra la Casa Bianca e il Cremlino rischiano di invelenirsi ulteriormente dopo che il dipartimento di Stato Usa, in base alla ricostruzione del Wall Stret Journal, ha suggerito alle big five del credito Usa (Bank of America, Citigroup, Goldman Sachs, Jp Morgan e Morgan Stanley) di disertare l'asta con cui Mosca intende piazzare sui mercati internazionali bond per tre miliardi di dollari. È il primo collocamento dall'entrata in vigore delle sanzioni, a conferma di come Mosca, piegata dalla crisi del petrolio, dall'ipersvalutazione del rublo e dall'alta inflazione, sia assetata di risorse fresche.

Sotto il profilo politico, l'invito del governo non fa una grinza. Nonostante Barack Obama e Vladimir Putin abbiano lavorato fianco a fianco per il cessate il fuoco in Siria, gli Usa sono scettici sul fatto che i russi interromperanno, domenica prossima, le ostilità. Inoltre, su Washington stanno crescendo le pressioni per un ulteriore giro di vite sanzionatorio. I rapporti tra i due Paesi restano insomma tesi, così come sono dall'annessione della Crimea e dall'appoggio offerto da Mosca ai separatisti ucraini. Ciò spiegherebbe la mossa con cui le banche sono state sollecitate a pronunciare un bel «No, thanks» all'invito a partecipare all'emissione obbligazionaria russa. «È essenziale che le compagnie private - in Usa, Ue e in tutto il mondo - comprendano che la Russia resterà un mercato ad alto rischio finchè continueranno le sue azioni per destabilizzare l'Ucraina», sarebbe stato il monito del dipartimento di Stato alle banche. «Ci saranno rischi per la reputazione con un ritorno al business as usual con la Russia». «Gli Usa stanno cercando di intimidire le banche riguardo i nostri bond», ha reagito la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.

Insomma: gli affari con Mosca non si fanno, pena il bollo d'infamia per collaborazionismo. Obbedire significa però rinunciare a guadagni di tutto rispetto. Come quel 21% garantito lo scorso anno, la miglior performance tra tutti i 65 Paesi emergenti. Un buon motivo per ritenere che le sanzioni non siano state mal digerite solo da Mosca, ma anche dalle stesse banche a stelle e strisce che con i russi hanno sempre avuto eccellenti rapporti finanziari. Nel 2007, per esempio, gli istituti americani avevano rastrellato 630 milioni di dollari dei complessivi due miliardi riservati dalla Russia all'investment banking. Nel 2015, lo score è miseramente scivolato a due milioni di dollari.

Sapranno ora resistere, le banche Usa? Goldman e JP Morgan ci stanno pensando. Citi ha già deciso: diserterà l'asta.

Potenza della moral suasion.

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