Rcs ha scelto di cedere un blocco di testate periodiche (Novella2000, Visto, OkSalute e Astra oltre al polo dell'enigmistica) alla Prs di Alfredo Bernardini de Pace. La decisione, non del tutto inattesa, è stata presa ieri pomeriggio dall'ad del Corriere, Pietro Scott Jovane, che martedì aveva ricevuto dal cda un mandato pieno per gestire in autonomia la cessione.
Non ce l'ha fatta, invece, Visibilia (concessionaria pubblicitaria del Giornale) di Daniela Santanché il cui progetto prevedeva non solo il rilancio delle testate, ma anche la partecipazione dei giornalisti alla nuova società che avrebbe dovuto rilevare i rami d'azienda. Sulla decisione di Scott Jovane ha influito la ferrea opposizione del comitato di redazione dei periodici Rcs. In un duro comunicato diffuso ieri si rinnovava lo sgradimento nei confronti del deputato del Pdl: una sua eventuale prevalenza avrebbe significato cedere a «logiche politiche» e minare «l'autonomia e l'indipendenza» delle testate. Anche il sindacato dei giornalisti, la Fnsi, ha giocato un ruolo spalleggiando la protesta dei dipendenti della Rizzoli.
Occorre ricordare, tuttavia, che Prs ha già un consolidato rapporto con Rcs avendone acquistato sia l'agenzia Agr che la catena radiofonica Cnr. Nessuna indicazione è stata fornita sulla «dote» che l'editore del Corriere fornirà all'acquirente, ma dovrebbe essere stata ridotta a circa una decina di milioni. Con lo scorporo del ramo d'azienda saranno «salvati» i posti di lavoro di poco meno di una cinquantina tra giornalisti e poligrafici. Per l'altra sessantina di dipendenti si avvicina invece la mannaia della cassa integrazione cui li costringerebbe la liquidazione delle testate (restano «in casa», tra gli altri, A, Max, Europeo, Yacht & Sail e Bravacasa), opzione sostenuta da tre consiglieri nell'ultimo cda.
Ieri in Borsa un altro calo per Rcs: le ordinarie hanno perso il 7,86% a 1,9 euro. I diritti sono crollati del 67% a 0,235 euro. Male anche le risparmio (-6,72% le azioni, -17,11% i diritti). A influire sui corsi la scelta di Giuseppe Rotelli di non seguire l'aumento di capitale da 421 milioni. Una decisione che aumenterà l'inoptato del 16,5% in mano al patron del gruppo ospedaliero San Donato.
Il tema è stato probabilmente trattato ieri durante la visita del direttore generale di Intesa Sanpaolo, Gaetano Micciché, presso la sede milanese di Mediobanca. A Piazzetta Cuccia ieri è stato anche Gabriele Galateri, presidente delle Generali che però non seguiranno l'aumento. Al termine della ricapitalizzazione i due istituti di credito insieme a Fiat saranno i principali soci di Rcs. Per entrambe le banche la partecipazione non è strategica.
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