Visto che i contribuenti, loro malgrado, continuano a prestare denari ad Alitalia, i commissari dell'ex compagnia di bandiera dovrebbero usare la «gentilezza» di fornire note settimanali sullo stato dell'arte dell'azienda. Che la situazione sia emergenziale si deduce dal fatto che anziché restituire il prestito di 600 milioni nelle casse della società ne sono arrivati altri 300. Si presume che continui a perdere oltre un milione di euro al giorno. Tuttavia, gli aggiornamenti sono esclusivamente al condizionale. Perché i dati non vengono resi di dominio pubblico per ragioni di riservatezza. Incredibile e intollerabile. I comuni mortali, costretti dallo Stato a ripetuti atti di generosità, è sacrosanto che sappiano come stanno per davvero le cose. Non devono presumere.
L'assenza di comunicazioni ufficiali sui numeri rappresenta l'ennesima pagina deprimente di un Paese assuefatto alle pratiche opache. Intanto, si apprende dell'interesse del fondo speculativo statunitense Cerberus all'acquisto della compagnia tecnicamente fallita da anni. Suggerisco di procedere in fretta nella verifica delle intenzioni; prima che il mostro scappi spaventato nel vedere i conti, come ha commentato Ezio Greggio a Striscia la Notizia!
Se l'animale mitologico a tre teste dimostra di agire nel rispetto delle regole del gioco mi vien da dire: prego si accomodi! E, in tempi rapidi e certi, si proceda alla vendita. Le dead line che si aggiornano di continuo mi fanno sorridere. Infatti, ogni giorno che passa la situazione è destinata solo a peggiorare.
Presumo! Non credo che la politica adottata degli sconti principeschi sui biglietti, per fare un esempio, risponda ad una strategia ad ampio raggio. La confusione a terra come nei cieli è tanta. Insomma, i conti continuano a non tornare. Tutto questo, mentre il contribuente vede i soldi pubblici prendere il volo.www.pompeolocatelli.it
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