Economia

Attenti ai prelievi al bancomat ​Perché può scattare la batosta

L'ipotesi del pagamento di una commissione allo sportello automatico ai "non clienti": che cosa si rischia

Attenti ai prelievi al bancomat ​Perché può scattare la batosta

Il nuovo anno si apre con notizie non proprio incoraggianti sul fronte prelievi con bancomat: il Consorzio Bancomat Spa, l'ente italiano proprietario dei marchi registrati nonché gestore dei circuiti contrassegnati dai medesimi marchi, con il supporto di alcuni principali istituti di credito suoi azionisti, ha sottoposto all'approvazione dell'Antitrust una nuova riforma.

Di cosa si tratta

L'idea è di far pagare al titolare della carta di debito una commissione per ogni prelievo di contante effettuato presso un terminale Atm (Automatic Teller Machine, chiamato comunemente sportello bancomat) di una banca diversa da quella emittente (cosiddetto prelievo in circolarità). Rispetto alla situazione attuale c'è una sostanziale novità: la commissione da pagare sarebbe, infatti, decisa in autonomia dall'istituto bancario proprietario dello sportello automatico che eroga le banconote e non più dal contratto con la propria banca com'è adesso. Ogni banca, quindi, potrebbe applicare la commissione che desidera ai non clienti e l'importo sarebbe noto soltano al momento del prelievo con la scritta mostrata sul display.

Come funziona oggi

Della notizia ci eravamo occupati poco tempo fa sul nostro giornale (qui il pezzo) mettendo in luce le criticità legate a questo cambiamento: l'utente non avrebbe più la certezza delle commissioni da pagare perché non sarebbe più la propria banca a decidere ma ogni singolo sportello Atm utilizzato. E questi costi si scoprirebbero soltanto nel momento del prelievo dei contanti. Come si legge sul IlSole24ore, ancora oggi la possibilità di effettuare il prelievo con la carta Bancomat allo sportello Atm di una banca diversa da quella del cliente viene offerta gratuitamente da diversi istituti. Le banche online saranno le più penalizzate se dovesse andare in porto una riforma destinata a stravolgere le dinamiche concorrenziali del sistema bancario.

Cosa dice la Bce

Secondo una ricerca della Banca Centrale Europea (Bce) ripresa in un recente studio di Banca d'Italia, il 53% degli italiani (tra gli intervistati) ha dichiarato di non pagare alcuna commissione sui prelievi da qualsiasi terminale Atm, il 35% ha detto di dover sostenere, a volte, dei costi se utilizza l'Atm di una banca diversa dalla propria ed il restante 12% non ha saputo rispondere perché non presta attenzione alle comunicazioni della banca. Con l'attuale sistema, le commissioni sono concordate dal cliente con il proprio istituto di credito, che può anche modificarle ma solo con un giustificato motivo e con una comunicazione da inviare in anticipo al cliente che, a sua volta, ha la facoltà di recedere dal contratto. A prescindere, però, la banca che emette la carta deve riconoscere all'istituto proprietario del terminale Atm un importo pari a 0,49 euro a prelievo. Questo importo viene deciso ogni due anni insieme all'Antitrust sulla base del monitoraggio dei costi effettivi che l'intero sistema sostiene.

Cosa cambia adesso

Altre banche, invece, decidono di sobbarcarsi l'onere e non far pagare nulla ai clienti mentre altre fanno pagare anche 2 euro. Con il nuovo modello, invece, la commissione interbancaria decadrebbe: da inizio anno è già stata ritoccata al ribasso anche se di un solo centesimo, da 0,50 a 0,49 euro. Per questa ragion non avrebbe motivo di esistere la motivazione di Bancomat che, nel documento presentato all'Antitrust, giustifica la necessità di passare al nuovo modello anche per "l'aumento dei costi sostenuti dalle banche nella gestione degli Atm, legati all'evoluzione tecnologica di tali apparecchiature e ai maggiori rischi collegati ad iniziative fraudolente; costi che in molti casi, sarebbero maggiori rispetto all'ammontare della commissione interbancaria". E poi, con il nuovo sistema, l'Authority non avrebbe più il presidio sui costi e si perderebbe la possibilità di rilevare le maggiori efficienze del servizio e di riconoscerle ai consumatori.

Cosa risponde l'Antitrust

"L'Antitrust valuterà se le nuove regole di circuito possano configurare un'intesa suscettibile di restringere o falsare la concorrenza nel mercato comune ai sensi dell'articolo 101 del TFUE", spiega l'Autorità in un comunicato. Come riportato da Businessinsider, l’authority si impegna ad esaminare l’esistenza e la natura di eventuali efficienze, la trasmissione ai consumatori dei benefici ad esse connesse, l’indispensabilità delle nuove regole per conseguire le stesse efficienze e la non eliminazione della concorrenza sul mercato.

L'istruttoria avviata da Agcm si concluderà entro la fine del 2021.

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