Nuovo alt a Southstream e Saipem scende ancora

Gazprom, dopo averlo riattivato, cancella il progetto del gasdotto. Per la società è un contratto da 2,4 miliardi

Prima la sospensione dei lavori, poi la revoca dello stop, ora l'abbandono finale. Gazprom cancella il contratto da 2,4 miliardi con Saipem per South Stream, il gasdotto che attraverso il Mar Nero dovrebbe portare il gas russo in Europa saltando l'Ucraina. E per la società dell'Eni è stata una nuova giornata no a Piazza Affari con una perdita in chiusura del 2,3%, mitigata (rispetto a una caduta in avvio di oltre il 6%) solo dalla generale euforia del listino (salito del 3,5%).

Dopo che lo scorso dicembre Mosca aveva rinunciato al progetto che prevedeva lo sbocco finale dell'infrastruttura in Bulgaria, e spostato il tracciato verso la Turchia (Turkish Stream), l'azienda italiana si era vista bloccare la collaborazione. Poi, forse anche per prendere tempo ed evitare le penali, Gazprom a maggio aveva revocato l'alt. Mercoledì in tarda serata è arrivata la doccia fredda. Proprio mentre la nave posa tubi di Saipem era pronta a ormeggiare nella acque russe del Mar Nero per cominciare la posa della prima parte della condotta, la società dell'Eni ha ricevuto notifica della «termination for convenience» del contratto South Stream. Si tratta di una clausola standard che dà a Gazprom la possibilità di recedere pur in assenza di violazioni dell'intesa, a fronte di un compenso stabilito nel contratto che coprirà i costi di inattività delle navi. Gli analisti tuttavia stimano un impatto sull'utile operativo di Saipem tra i 235 (Sanford C. Bernstein) e i 300 milioni (Intermonte) tra quest'anno e il 2016.

Il passo indietro è stato motivato dal colosso petrolifero russo con «l'impossibilità di raggiungere un accordo su molti lavori e questioni commerciali per l'attuazione del progetto». Resta tuttavia il dubbio che la mossa si inserisca nelle risposte alle sanzioni Ue per la crisi ucraina. La cancellazione del contratto con l'azienda italiana con Saipem non significa che il Turkish Stream non si farà, ha infatti assicurato il ministro dell'Energia, Alexander Novak, secondo Bloomberg. C'è tuttavia da segnalare che nei giorni scorsi i media russi hanno riferito che Gazprom avrebbe deciso di congelare gli investimenti per una delle due diramazioni del corridoio Sud verso il Mar Nero a causa delle difficoltà a trovare un'intesa con Ankara. Mosca punterebbe piuttosto ad aggirare l'Ucraina col potenziamento del Nord Stream attraverso una seconda linea del gasdotto che passa sotto il Baltico e arriva in Germania.

Riguardo invece a un'altra infrastruttura, il Tap, pensato per portare il metano azero in Europa,

con approdo in Italia, il presidente dell'Azerbaijan, Ilham Aliyev, oggi in visita a Expo, non ha detto no a un possibile ingresso della Snam nel progetto. La società italiana si era detta pronta a rilevare fino al 20%.

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