«Non ci sono assolutamente alleanze in vista». Il presidente di Fiat, John Elkann, ieri a Milano ha voluto subito sgomberare il campo dagli scenari che i media hanno disegnato dopo l'annuncio che il Lingotto salirà al 20,135% di Rcs, scenari che implicano un'alleanza con la NewsCorp di Rupert Murdoch della quale il giovane Agnelli è diventato consigliere. «L'obiettivo è raggiungere un assetto stabile», ha aggiunto. Troppo presto, perciò, per parlare di quello spin-off delle attività (Corriere in primis) che è la materia del contendere con Della Valle.
Eppure la Borsa sembra scommettere su un rimescolamento delle carte quando partirà la «fase 2» post-aumento. Ieri, il titolo del gruppo editoriale dopo quasi un'intera seduta di sospensione ha chiuso con un rialzo del 25,9% a 1,73 euro, una quota che si avvicina agli 1,8 euro del prezzo teorico ex diritto, cioè a una capitalizzazione complessiva da 800 milioni. Una partita importante che Fiat, in teoria, non dovrebbe gestire da sola ancorché i 90 milioni di investimenti corrispondano all'1% dell'enterprise value del Lingotto.
Al momento, però, non sono in calendario, nuovi meeting tra gli azionisti. «L'unico incontro di cui sono al corrente è quello che dovrebbe svolgersi a fine mese del patto di sindacato, quando l'aumento sarà concluso», ha detto Elkann. Nessun summit, invece, con l'«antagonista» Diego Della Valle. «Non mi risulta sia nel patto», ha tagliato corto. A interloquire con Mister Tod's penseranno in primo luogo Giovanni Bazoli, presidente del cds di Intesa, e Alberto Nagel, ad di Mediobanca. L'obiettivo di entrambi è non far salire la temperatura.
Un atteggiamento che nasce da due ordini di motivi. Il primo, di natura finanziaria, è legato alla necessità che le due banche hanno di non «appesantirsi» di inoptato, anche se la mossa di Fiat ha ridotto notevolmente il rischio. Il secondo, di natura tecnica, è connaturato alla ricerca di un equilibrio che possa eliminare il rischio-Opa. Il patto di sindacato, ove l'accordo venisse confermato, dovrà avere necessariamente una formulazione light giacché l'incremento della quota Fiat (qualora venisse interamente vincolata) e quelli molto probabili di Ca' de Sass e di Piazzetta Cuccia potrebbero configurare il cambio di controllo, fattispecie che richiede - per il Tuf - l'obbligo di Opa. Certo, nei precedenti rinnovi questa eventualità era stata evitata vista la distribuzione dei pesi su più soggetti. Questa volta non sarà più così.
Ecco perché il low profile è anche una scelta. Ieri Elkann ha approfittato della presentazione milanese della regata Transpac, per incontrare i vertici di Mediobanca, oltre a Nagel anche il presidente Pagliaro.
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