Economia

Ok al deficit, ma per investire

Provare a sfatare i miti è complicato. Specie in materia di macroeconomia. Ci ha provato, con il libro Il mito del deficit, l'economista statunitense, Stephanie Kelton

Ok al deficit, ma per investire

Provare a sfatare i miti è complicato. Specie in materia di macroeconomia. Ci ha provato, con il libro Il mito del deficit, l'economista statunitense, Stephanie Kelton, richiamando e condividendo la nota MMT (Modern Monetary Theory). La Kelton smonta alcuni luoghi comuni divenuti certezze. Le sue riflessioni sul pareggio di bilancio degli Stati sovrani e la netta distinzione tra emittente di moneta (BCE) e utilizzatori di moneta (imprese e famiglie) in molti casi, imprigiona gli Stati e la finanza pubblica impedendo di procedere con decisione verso corpose politiche di investimento. La politica dirigista di impronta statalista si serve di questi miti e, nella fattispecie, di quello relativo al deficit, sostanzialmente per non fare nulla. Non si comprende che il problema non è lo Stato che si indebita ma perché lo fa. Vale a dire: per finanziare cosa.

Dunque: perseguire l'obiettivo del pareggio di bilancio a qualsiasi prezzo è un'ossessione. Mentre sarebbe saggio che il Pubblico facesse debito per investimenti in favore dell'economia reale, ovvero dell'impresa privata e soprattutto delle piccole e medie imprese. È chiaro che occuparsi solo di tassazione stressando quella pratica oltre ogni ragionevolezza per dare un colpo al cerchio e un colpo alla botte, e cioè rimanere entro l'alveo del mito deprime ancor di più l'economia. La Kelton spiega che l'abbandono dei miti macroeconomici è pratica più semplice per i Paesi che non hanno ceduto la sovranità monetaria potendo stampare illimitatamente moneta. Dunque, non è il caso dell'Italia. L'autrice riflette sulle opportunità che ne verrebbero al nostro Paese se uscisse dal regime monetario dell'euro. Mi permetto di dire che non condivido tale suggerimento. Più saggio, adoperarsi per introdurre in Europa concetti demitizzanti. E nel frattempo dare prova sul mercato domestico della validità di agire controcorrente.

Non arrendendosi ai miti del debito e deficit costi quel che costi.

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