Dal commercio estero e dalla metalmeccanica arriva un segnale di rallentamento per la crescita dell'economia italiana. Le esportazioni verso i Paesi extraeuropei sono diminuite ad aprile per la prima volta dopo oltre due anni, nei dati Istat su base annua, e l'indagine congiunturale di Federmeccanica ha registrato una frenata, nel primo trimestre, diffuso a quasi tutti i settori, dal metalmeccanico alla meccatronico. Domani l'Istat pubblicherà la stima del Pil nel primo trimestre. Il Tesoro continua a professare prudenza con il ministro Giancarlo Giorgetti che ha auspicato, nei giorni scorsi, una crescita 2023 all'1,2-1,4%.
I primi dati Istat di aprile 2023, relativi agli scambi con i Paesi extraeuropei, hanno evidenziato un calo su base mensile del 2,1% e in diminuzione anche su base annua, a -5,1%. Comprano meno made in Italy il Regno Unito, i Paesi Opec e anche la Cina, mentre resistono le esportazioni in Giappone e Stati Uniti. Nello stesso mese le importazioni registrano un balzo del 13,9% rispetto a marzo 2023, diffuso a tutti i principali raggruppamenti di industrie, e, rispetto all'anno precedente, un calo quasi di analoga entità (-13,4%). Quest'ultimo è dovuto agli acquisti di energia e di beni intermedi.
Secondo l'indagine di Federmeccanica, la produzione metalmeccanica nei primi tre mesi dell'anno ha registrato un +2,2% nel confronto annuo ma è rimasta stagnante rispetto al precedente trimestre del 2022 e, nel confronto con i principali Paesi europei, si è collocata su livelli inferiori. Le ore di cassa integrazione sarebbero aumentate in un anno di oltre il 20%.
I costi sostenuti dalle imprese si sarebbero assestati su un livello di circa 20 punti percentuali superiore a quelli della fase antecedente alla pandemia. E in questo quadro ancora molto incerto si registra una riduzione della propensione agli investimenti rispetto alle rilevazioni precedenti di Federmeccanica.
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