Quella che si apre sulle Borse mondiali è una settimana particolare. La prima ottava dopo la soluzione al problema dello shutdown Usa, cioè del blocco della pubblica amministrazione americana a causa della mancata approvazione del bilancio federale. A dare una misura dei danni prodotti dall'impasse e del rafforzamento dei primi segnali di ripresa del ciclo macroeconomico saranno alcuni dati pubblicati Oltreoceano: si comincia oggi con la vendita delle case esistenti, mentre domani arriverà il report sull'occupazione, la vera bussola della politica monetaria della Fed. Il Giornale ha interpellato alcuni esperti per fare il punto della situazione: il rally che ha visto New York e Londra segnare nuovi massimi (ma anche Milano ha guadagnato il 26,5% da luglio) proseguirà oppure no? «Il problema va osservato da due angolazioni diverse», spiega Mario Spreafico, direttore investimenti di Schroders. «Le principali Borse internazionali, inclusa quella tedesca, hanno aggiornato i massimi storici ed è difficile al momento stabilire se il rialzo possa proseguire». Il tema fondamentale, perciò, sarà stabilire quando inizierà il ciclo restrittivo di politica monetaria da parte della Fed, il cosiddetto tapering (la riduzione dell'acquisto di bond da parte della banca centrale Usa ora a 80 miliardi di dollari al mese).
«Sarebbe il caso di usare un po' di prudenza sull'azionario», aggiunge Spreafico perché nel breve termine potrebbero prevalere i ribassi prima che riparta il classico rally di fine anno. Paradossalmente «dati macro negativi potrebbero essere una buona notizia per le Borse, perché eventuali cali dell'occupazione ritarderebbero l'azione restrittiva della Fed». E l'Italia? «Per il momento c'è meno da preoccuparsi, perché è uno dei mercati più sottovalutati e molti titoli quotano ancora con forti sconti a partire da quelli a media capitalizzazione». Ancor più prudente Gianluca Verzelli di Bnl-Bnp Paribas. «Ricominciamo a guardare all'America con realismo: la nostra sensazione è che lo shutdown abbia rinviato il tapering all'inizio del 2014 e questo inciderà su un progressivo aumento dei tassi, tenuto conto che molti mercati azionari viaggiano già sui massimi». Con la stessa cautela va affrontata anche Piazza Affari. «Non ci sono segni per un gran balzo in avanti soprattutto perché la legge di stabilità non ha intrapreso la strada delle riforme strutturali che sono le uniche a invogliare gli investitori istituzionali a puntare sul nostro Paese».
Insomma, prevale l'attendismo ma questo non significa che ci si debba allontanare dall'azionario. Michele de Michelis di Frame Asset Management ricorda che il contesto dei tassi di interesse ancora sui livelli minimi continuerà a penalizzare l'obbligazionario.
Per questo motivo è bene approfittare dell'incertezza attuale per «riposizionarsi sull'azionario, anche perché eventuali ribassi non dovrebbero essere troppo marcati». Secondo de Michelis, infine, «più che il tapering della Fed saranno decisive le scelte di Draghi: anche la Bce dovrà immettere liquidità sul mercato, magari solo per le banche, e questo aiuterà le Borse».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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