Pechino mette ufficialmente un freno agli investimenti oltre confine della nutrita schiera di miliardari che da anni stanno facendo shopping nel resto del mondo, Italia compresa. Solo lo scorso anno, secondo i dati di Bloomberg, a prendere il volo sono stati 816 miliardi di dollari. E già sorgono dubbi interpretativi visto che Inter e Milan sono stati acquisiti da investitori cinesi (rispettivamente Zhejiang Rossoneri Investment e Suning) e potrebbero risentire della nuova politica di restrizioni che riguarda anche lo sport.
L'intervento governativo arriva dopo mesi di pressioni che miravano, tra l'altro, a convincere alcuni dei protagonisti della scena internazionale come Ambang Insurance Group, Fosum International, Dalian Wanda Group e Hna, a rivedere la propria strategia di espansione oltre confine. E i primi effetti si sono già visti: stando ai dati di Dealogic, da inizio anno lo shopping a stelle e strisce dei cinesi è crollato del 65%.
«Alcune società si sono concentrare sugli acquisti al posto che sull'economia reale, un percorso che ha spinto alla fuga di capitali all'estero e messo a rischio la stabilità finanziaria», si legge nel provvedimento del governo asiatico che ieri ha ufficialmente suddiviso le acquisizioni estere in tre categorie: vietate, limitate e incoraggiate. Più in dettaglio è proibito mettere nel mirino l'industria del sesso, il gioco d'azzardo, la tecnologia militare e tutti quanto è contrario alla sicurezza nazionale cinese. Sono invece previste restrizioni su sport, hotel, proprietà immobiliari, cinema e mondo dell'intrattenimento.
Al contrario è incoraggiato chi investe in infrastrutture, ricerca e sviluppo, pesca e agricoltura, industria petrolifera e materie prime. Pechino ha quindi imposto divieti e limiti chiari, pur continuando a sostenere la strategia politico-economica del presidente Xi Jinping «one belt and one road», la nuova via della seta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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