Ora Saipem prova a ballare da sola

Nel 2015 800 milioni di perdite. Ma sono confermati gli obiettivi 2016, anche con il petrolio ai minimi

Camilla ContiSaipem salda il conto in sospeso con Eni e prova a camminare sulle proprie gambe ma l'andatura resta per il momento precaria anche a causa degli scossoni del prezzo del greggio.La società che ha ancora il Cane a Sei Zampe come principale azionista ha incassato tutti i 3,5 miliardi di euro dell'aumento di capitale concluso nei giorni scorsi. Grazie anche ai 3,2 miliardi di prestiti bancari, entro lunedì sarà quindi in grado di ripagare tutto il debito a Eni che oggi ammonta a circa 6,4 miliardi. In pancia a quello che un tempo era il gioiello dell'ingegneria italiana rimangono ancora circa 2 miliardi: è il saldo tra i 5,4 miliardi di debiti del bilancio 2015 e i 3,5 dell'aumento di capitale. E per fine anno la società stima di portare l'asticella sotto gli 1,5 miliardi.I conti 2015 illustrati ieri agli analisti dall'amministratore delegato Stefano Cao si sono comunque chiusi con un calo dei ricavi a 11,5 miliardi (dai 12,87 miliardi del 2014) e un risultato netto in rosso per 806 milioni (dai -230 milioni del 2014). Il mercato si aspettava soprattutto qualche cambiamento nella tabella di marcia per i prossimi mesi visto che le stime precedenti si basavano su un prezzo del barile a 55 dollari, mentre il Brent oggi viaggia attorno 33 dollari. Così non è stato: Cao ha confermato le coordinate della «bussola» per il 2016, già illustrate a fine ottobre. E per quest'anno vede ricavi superiori a 11 miliardi e un utile netto attorno a 300 milioni. Gli investimenti tecnici saranno di circa mezzo miliardo, in riduzione del 10% rispetto al consuntivo 2015.«L'insieme del nostro portafoglio di attività, dei progetti già in portafoglio ordini, delle ulteriori efficienze individuate e di una situazione patrimoniale rafforzata ci permette di confermare gli obiettivi delineati per il 2016», ha sottolineato l'ad. Aggiungendo che nel settore E&C (ingegneria e costruzioni) ci sono opportunità, per potenziali commesse, per oltre 38 miliardi, e che il 74% dei ricavi 2016 sono già garantiti dai contratti già in portafoglio. Nessun cambiamento di strategia, dunque. Ma se la situazione sul mercato del greggio non migliorerà, «ci potrebbero essere difficoltà nell'aggiudicarsi nuovi contratti, cosa che si potrebbe riflettere dal 2017 in poi», ha precisato Cao.Sullo sfondo dei conti, gli investitori dovranno tenere conto anche del nuovo azionariato che dopo il brutto esito dell'aumento di capitale vede l'ingresso di 11 banche del consorzio di garanzia, tutte sotto il 2% in seguito alla sottoscrizione dei diritti inoptati (il 12,2% dell'offerta complessiva di nuove azioni per un controvalore totale di 427 milioni).Se le banche sono rimaste col cerino in mano, anche la Cassa Depositi e Prestiti fa i conti con il flop della ricapitalizzazione perchè il 12,5% della Saipem comprato attraverso Fsi dall'Eni (costato 463 milioni che vanno sommati ai 437 dell'adesione pro quota all'aumento) a oggi vale meno della metà.

A Piazza Affari, prima di conoscere i conti diffusi a Borsa chiusa, il titolo Saipem ha perso l'1,5% a 0,35 euro. Sempre ieri, tra l'altro, la società che gestisce l'indice Stoxx 600, ha annunciato che Saipem lascerà il paniere dei 600 principali titoli del Vecchio Continente dal 21 marzo.

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