L'industria italiana può iniziare a riaccendere i motori dopo l'impennata di ordini registrata ad aprile, con un aumento delle commesse del 3,8% in un solo mese. E la crescita sale al 6,2% nel confronto annuo. Il merito va però tutto all'estero: le richieste di produzione giunte da oltre confine toccano i livelli massimi da settembre del 2009, ovvero da quasi 5 anni, grazie a uno scatto su marzo del 9,2%. L'Istat, rilasciando le cifre, precisa come il boom sia dovuto a due grossi appalti, tra loro collegati, affidati a un brand italiano. Insomma a far lievitare gli ordinativi sarebbe stata una coincidenza fortunata e non una ripresa diffusa. Ma il risultato resta e guardando alla strada fatta da inizio anno emerge un quadro positivo su tutti i fronti, fatturato incluso. Conforta comunque la tenuta a confronto col 2013 scorso (+2,2% il giro d'affari), sia nei primi 4 mesi da inizio anno (+2,3%, anche se il contributo domestico è limitato a uno 0,9%).
L'Ecofin ha intanto approvato le raccomandazioni della Commissione Ue, cambiando leggermente quelle all'Italia: nella prima, dove si chiede nel 2015 di «operare un sostanziale rafforzamento della strategia di bilancio per garantire il rispetto del requisito della riduzione del debito», si aggiunge la frase «raggiungendo così l'obiettivo di medio termine». Per il ministro Pier Carlo Padoan è solo «un dettaglio per uniformare il linguaggio, non cambia la sostanza perchè è in linea con il Def».
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