Si chiude con un accordo transattivo da 17,5 milioni di euro la disputa legale tra la Fondazione Mps e Deutsche Bank sul caso del derivato Santorini.
L'ente senese, che ai tempi della vicenda controllava il Monte dei Paschi, e Deutsche Bank AG hanno firmato ieri un accordo transattivo «a saldo e stralcio» (ovvero senza alcuna attribuzione di responsabilità per i tedeschi) in relazione al procedimento in corso davanti al Tribunale di Firenze, nei confronti dell'ex direttore generale del Monte, Antonio Vigni, e della stessa DB, relativo alla operazione di finanza strutturata. Resta, si legge in una nota, «ferma e impregiudicata l'azione nei confronti» di Vigni che in quegli anni si occupava della gestione operativa di Rocca Salimbeni insieme all'allora presidente, Giuseppe Mussari. «L'accordo dà sollievo rispetto a una profonda ferita, di tutta la comunità senese», ha commentato il presidente della Fondazione, Carlo Rossi.
Santorini, operazione su Btp al 2031 del valore di 2 miliardi finanziato con un Long term repo e uno swap a copertura del rischio sul tasso d'interesse, era stata firmata tra il dicembre 2008 e luglio 2009 durante la gestione Vigni per finanziare l'acquisto di
Antonveneta. Nel 2013 la Fondazione aveva deciso di agire in giudizio contro Nomura, Deutsche Bank e gli ex vertici della banca per ottenere il risarcimento dei danni legati alle operazioni sui derivati Santorini e Alexandria.
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