Economia

Il pasticcio del governo in manovra: cancellate oltre 2 miliardi di tasse locali

L'esecutivo non ha ancora fatto fronte all'enorme pasticcio riguardante le tasse locali, oltre 2 miliardi delle quali sono state soppresse a partire dallo scorso primo gennaio a causa di una serie di errori normativi presenti nella legge di Bilancio

Il pasticcio del governo in manovra: cancellate oltre 2 miliardi di tasse locali

Sindaci in allarme a causa di un macroscopico errore all'interno della recente manovra approvata dal governo giallorosso

Come sottolinea il quotidiano Italia Oggi, l'esecutivo non ha ancora fatto fronte all'enorme pasticcio riguardante le tasse locali, oltre 2 miliardi delle quali sono state soppresse a partire dallo scorso primo gennaio a causa di una serie di errori normativi presenti nella legge di Bilancio

Nessuno ha ancora posto rimedio a questa falla, che rischia di trasformarsi in voragine per numerose amministrazioni comunali, sulle quali ricadranno gli effetti negativi principali di una svista incomprensibile. Già, perché il tempo corre e la prima raga delle imposte locali decorre dal 31 gennaio, e per quella data gli operatori potrebbero sospendere il versamento delle tasse e lasciare all'asciutto le casse comunali.

Partiamo dall'inizio. La legge di Bilancio 2020 prevede una riforma dei tributi locali a decorrere dal prossimo anno. Si tratta della cosiddetta local tax, la quale unisce una serie di tributi in favore dei comuni. Nel primo comma dell'articolo 97 era riportata la formula “a decorrere dal 2021”. Una formula temporale applicabile a tutte le disposizioni dello stesso articolo.

Il pasticcio del governo in manovra

Il governo, presentando un maxiemendamento, ha sostituito gran parte dell'articolo 97 commettendo tuttavia un errore non da poco. Il comma 32 prevedeva l'abrogazione dell'imposta comunale “sulla pubblicità e diritto sulle pubbliche affissioni, della tassa per l'occupazione degli spazi e delle aree pubbliche e del canone per l'installazione di mezzi pubblicitari e del canone per l'occupazione di spazi e aree pubbliche”.

Dopo la riformulazione, il comma 32 diventa il numero 847 del nuovo articolo 1. All'interno non vi è però alcuna data di decorrenza, quindi entra in vigore subito e non nel 2021. In questo modo si crea un effetto bizzarro: a partire dal primo gennaio sono eliminate le imposte, che per le casse comunali valgono oltre 2 miliardi.

Dell'errore se ne accorgono solo i funzionari della camera, ma il provvedimento arriva blindato e nessuno può fare niente. Ormai non c'è più tempo e il governo spinge per l'approvazione. Ci si limita solo ad assicurare una correzione nel decreto milleproroghe ma qualcosa va storto e non ci sarà spazio per alcuna norma di rettifica.

I comuni se ne accorgono, il governo prova blandamente a porre rimedio; i funzionari dell'esecutivo assicurano che l'emendamento arriverà la prossima settimana. Nel frattempo la frittata è servita.

Lo scenario è da incubo: gli operatori soggetti passivi potrebbero infatti sospendere il versamento a causa della soppressione delle imposte.

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