In pensione a 64 di età ma con il calcolo dell'assegno interamente su base contributiva: è questa l'idea tecnica alla quale il governo sta ragionando per superare Quota 100 senza pesare troppo sui conti pubblici.
Come racconta il quotidiano Il Messaggero, è partita la caccia alla formula per la pensione flessibile nel post Quota 100, quando cioè, alla fine del 2021, sarà archiviata la misura sperimentale introdotta per tre anni ai tempi dell'esecutivo gialloverde.
Sia chiaro: il provvedimento futuro che andrà a riempire il buco lasciato da Quota 100 rischia di sconquassare i vincoli di bilancio. Ecco perché il cosiddetto cantiere previdenza, installato presso il ministero del Lavoro e dedicato appositamente su ciò che accadrà dal primo gennaio 2022, avrà un bel da fare.
Il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha detto chiaramente che lo scopo è principale sarà quello di “superare la riforma Fornero”. Dunque, al termine di Quota 100, saranno prese misure adeguate per “capire come inserire maggiore flessibilità in uscita”.
Al fine di arrivare a una decisione, fondamentali saranno gli incontri che il governo terrà, a cadenza più o meno regolare, con le parti sociali. In questo modo la proposta del governo si andrà a confrontare con le idee dei sindacati.
Le idee sul tavolo
A proposito di sindacati, la loro proposta prevede la possibilità di lasciare regolarmente il mondo del lavoro a 62 anni. Troppo presto per l'esecutivo, che ragiona invece su una pensione flessibile a 64 anni di età – anziché i 67 di vecchiaia – e con un calcolo dell'assegno contributivo. In altre parole, si tratterebbe di una specie di estensione generalizzata dell'attuale Opzione donna, riservata al momento solo alle lavoratrici.
Chiaramente i dettagli dovranno ancora essere definiti. Ad esempio si valuterà con attenzione se introdurre nel meccanismo di pensionamento anticipato anche un requisito minimo di contributi (36 oppure 38) e, allo stesso tempo, si cercherà di evitare che gli assegni finali siano troppo esigui.
Infatti, nel caso in cui l'idea sopra proposta dovesse diventare realtà, il rischio è che chi dovesse accettare questa opzione finisca per dover fare i conti con un taglio dell'assegno che va dal 10% al 15%.
Sul tavolo balla anche una soluzione alternativa: il ripristino dell'aggancio all'aspettativa di vita per tutte quelle pensioni anticipate previste dalla legge
Fornero. Ci sarà tempo per analizzare nel dettaglio questa opzione, così come di passare in rassegna ipotesi come la pensione di garanzia per i giovani, un focus sui lavori gravosi e la separazione tra previdenza e assistenza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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