Economia

Lo scippo sull'assegno: ecco le pensioni "stravolte"

È questa la carta che intende giocarsi il governo per convincere i sindacati a firmare l’accordo. Ma la strada è in salita

Lo scippo sull'assegno: ecco le pensioni "stravolte"

È una corsa contro il tempo e piena di ostacoli quella della riforma delle pensioni. Gli attriti tra il governo e le organizzazioni sindacali stanno caratterizzando gli incontri delle ultime settimane e si cerca, con grandi difficoltà, una soluzione che possa accontentare tutte le parti in causa. Oggi pomeriggio, alle ore 16.30, come riporta il quotidiano Il Messaggero, ci sarà un nuovo appuntamento, a cui parteciperà anche il premier Mario Draghi. Si discuterà della misura da adottare per superare Quota 100 che ormai ha i giorni contati. Tra le tante alternative valutate negli ultimi tempi si fa strada l’ipotesi di allargare a tutti i lavoratori la possibilità di lasciare il lavoro in anticipo, a 62 o a 63 anni, avendo in cambio un assegno calcolato interamente con il sistema contributivo.

È questa la carta che intende giocarsi il governo per convincere i sindacati a firmare l’accordo. Si tratta di una formula più ampia di Opzione donna, già ribattezzata Opzione tutti. La misura destinata alle lavoratrici, intanto, è stata prorogata per un altro anno. Le organizzazioni sindacali, però, non sembrano accogliere di buon grado l’idea del premier e dei ministri, i quali sono alle strette poiché devono bilanciare le attese dei pensionati con l’esigenza di far quadrare i conti pubblici. Facendo ricorso esclusivamente al metodo contributivo, a lungo termine lo Stato risparmierebbe notevolmente sulle pensioni.

In realtà, si può già avere un’idea di quanto prenderanno in meno i pensionati italiani, anche se le percentuali della detrazione variano da lavoratore a lavoratore. Facendo una media, la forbice va da un meno 6% per i dipendenti a un massimo del 13% per gli autonomi, anche se, come anticipato da ilgiornale.it, diverse simulazioni fanno temere che le perdite potrebbero andare da un minimo del 20% fino ad oltre il 27%.

I sindacati, in ogni caso, sono irremovibili su un punto preciso: la riforma previdenziale non deve prevedere decurtazioni per i futuri pensionati, una soluzione molto difficile da mettere in pratica, date le critiche condizioni delle casse pubbliche. Resta ancora in piedi, come spiegato sempre da ilgiornale.it, Quota 102 solamente per un anno, il 2022.

Si tratterebbe di una soluzione transitoria e con duratura limitata con l'obiettivo di aprire a gennaio un tavolo con Cgil, Cisl e Uil per discutere di una riforma organica delle pensioni.

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