È il capitolo delle pensioni il nuovo fronte su cui il governo Renzi dovra impegnarsi. Molte le pagine aperte, dopo l'introduzione di quella riforma Fornero che ha portato all'abolizione del trattamento per anzianità, aumentando fino a 66 anni quello per vecchiaio ed estendendo il calcolo contributivo a tutti i lavoratori.
Una riforma che non sarà l'ultima, scrive il Corriere della Sera e che dovrà essere affiancata a provvedimenti di legge che introdurranno flessibilità sull'età pensionabile, di cui si parla molto e un cambiamento della governance dell'Inps, per ucire dal commissariamento.
Lo stesso Inps pensa che serva modificare la Fornero. C'è per esempio l'opzione della minipensione anticipata su richiesta a chi abbia un paio di anni in meno di quanti ne sono richiesti, da restituire poi in piccolissime rate con lo scatto della pensione vera e propria.
C'è anche il problema degli esodati. 328.650 lavoratori rischiavano di restare senza lavoro e senza pensione con l'aumento dei requisiti voluto dalla riforma. Un problema risolto con i "decreti di salvaguardia", che però non bastano secondo i comitati degli esodati, che parlano di altre 50mila posizioni da sanare.
Altre ipotesi, oltre alla minipensione anticipata - scrive il Corriere - comprendono la possibilità di lasciare il lavoro qualche anno prima con una pensione più bassa o penalizzazioni o con il calcolo con il metodo contributivo, ovvero sulla base di quanto versato mentre si lavorava.
Contraria a nuove modifiche alla riforma Fornero è la ragioneria di Stato, con cui ci si dovrà confrontare.
Dietro l'angolo ci sono però ancora altre possibilità, come la "opzione donna", che permetterebbe a chi ha almeno 35 anni di contributi e 57 anni d'età di andare in pensione se lo desidera, ma con un calcolo contributivo dell'assegno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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