Economia

Pensioni, Giuseppe Cardinale: "Così ho fatto ricorso per le perequazioni"

Il pensionato che per primo ha fatto valere davanti a un tribunale la questione di illegittimità costituzionale della riforma Fornero ottenendo la bocciatura della norma del 2011 sul blocco della perequazione degli assegni oltre tre volte il minimo

Pensioni, Giuseppe Cardinale: "Così ho fatto ricorso per le perequazioni"

"Non me l’aspettavo: abbiamo lanciato un petardino e abbiamo fatto scoppiare l’atomica". A dirlo, in un colloquio con il Corriere della Sera, è Giuseppe Cardinale, il pensionato che per primo ha fatto valere davanti a un tribunale la questione di illegittimità costituzionale della riforma Fornero ottenendo la bocciatura della norma del 2011 sul blocco della perequazione degli assegni oltre tre volte il minimo. "Mi hanno chiamato da Manager Italia, il mio sindacato, e abbiamo parlato di questa possibilità. All’inizio non avevo chiaro se c’era fondamento giuridico. Poi ho capito che poteva essere non del tutto campata in aria e ho detto: perchè no?", racconta Cardinale. "È un discorso di diritti acquisiti che vengono violentati, anche perchè non si distingue tra pensionati come me, che prendo circa 1.600 euro al mese, e quelli da 15-20 mila. Che poi dico: anche questi, se hanno versato i contributi, perchè non dovrebbero avere la pensione? Certo, se non li hanno versati, li rubano a qualcun altro". Ora dopo la sentenza della Consulta il governo deve correre ai ripari.

"Entro la prossima settimana il Consiglio dei ministri potrebbe già varare un decreto. Meglio risolvere il prima possibile sia in termini di trattamento degli arretrati sia in termini di regime futuro, anche perchè la Commissione europea ci sta osservando attentamente. Non ripristineremo totalmente l’indicizzazione, lo faremo in modo parziale e selettivo.

Progressività e temporaneità, come dice la Corte, vuol dire evidentemente che sono le pensioni più basse che devono essere protette più di quelle alte", ha affermato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in un’intervista al Messaggero.

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