Pensioni, ritardare l'uscita dal lavoro del personale sanitario: il piano della Lega

Si parla dell'ipotesi di decontribuzione totale: i requisiti per potervi accedere varierebbero a seconda del settore lavorativo di riferimento

Pensioni, ritardare l'uscita dal lavoro del personale sanitario: il piano della Lega

Accanto al dilemma, per quanto concerne il tema pensioni, tra il prolungamento di Quota 102 e l'introduzione di Quota 103, all'interno della maggioranza si fa strada l'ipotesi della Lega di provvedere a incentivare la permanenza nel mondo del lavoro di medici, infermieri e operatori sanitari.

Superare la legge Fornero

Col tramonto di Quota 102, che garantisce l'uscita a 64 anni di età e 38 di contribuzione, urge trovare un modo per evitare il ritorno alla legge Fornero dal 1° gennaio. Per quanto, al momento, l'obiettivo primario dell'esecutivo resti quello di contenere il caro-energia, il problema delle pensioni non potrà non trovare un capitolo a sè nella prossima legge di Bilancio, in attesa di una riforma integrale e strutturale da realizzare nel 2023.

Per ora i tecnici starebbero formulando delle ipotesi che possano rientrare in un budget compreso tra 1,5 e 2 miliardi di euro: un fondo che, per come appare oggi, potrebbe consentire solo di prolungare Opzione donna, Ape sociale e introdurre la misura che dovrebbe sostituire Quota 102, pur non essendo tramontate nella maggioranza le speranze di procrastinarla ancora per un anno.

Al momento si sa solo che una proposta del genere non incontra il favore dei sindacati, pronti a ribadire la propria posizione al tavolo del 4 novembre. Anche la Lega, tuttavia, non è particolarmente soddisfatta della situazione attuale, e, come annunciato, starebbe pensando a un irrobustimento del pacchetto previdenziale, magari superando i 2 miliardi di budget grazie a quanto recuperato dalla stretta al Reddito di cittadionanza.

Cosa chiede la Lega

Non si tratta, comunque, dell'unica novità a cui il Carroccio sta lavorando. Inizia, infatti, a prendere forma l'ipotesi della decontribuzione totale per alcune specifiche categorie di lavoratori del settore pubblico: lo scopo è quello di incentivare, con la prospettiva di uno stipendio più consistente, la permanenza nel mondo del lavoro oltre l'età prevista per il pensionamento.

L'agevolazione contributiva al vaglio dei tecnici della Lega verrebbe quindi a delinearsi come il "bonus Maroni", anche se, in questo caso, non scatterebbe genericamente al rigido compimento dei 63 anni di età. Dovrebbe invece trattarsi, nelle intenzioni del Carroccio, di una decontribuzione selettiva, anche per evitare di sforare il budget che verrebbe messo a disposizione per la misura.

Nei progetti del Carroccio, supervisionati da Claudio Durigon, tale decontribuzione selettiva riguarderebbe in primis i medici, gli infermieri e gli operatori socio-sanitari impiegati nel settore pubblico che manifestassero interesse a rimanere nel mondo del lavoro pur avendo raggiunto i requisiti per il

pensionamento. I "requisiti minimi" per poter accedere eventualmente a tale incentivo, pertanto, potrebbero variare a seconda del settore di riferimento dell'impiegato, seguando una tabella ancora da definire.

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