Economia

Più autonomia per Bankitalia

Non sono mai stato tenero verso Bankitalia soprattutto per i ritardati interventi nell'esercizio della sua attività di controllo. D'altronde quel che è accaduto in questi anni nel settore bancario è sotto gli occhi di tutti; penso ai cittadini/contribuenti che hanno pagato un conto salatissimo per la gestione dissennata delle banche. Storie sbagliate, non ancora concluse. Non discuto la competenza dei funzionari tecnici che operano nelle sedi della Banca d'Italia.

Il problema è che trascorre troppo tempo tra l'avvio dell'indagine ed i conseguenti necessari interventi. Come se le carte, per una ragione o per l'altra, finissero in qualche cassetto in attesa. Perché succede questo? Perché l'authority, a mio avviso, ha le mani legate, poteri limitati. E ciò genera disfunzioni, quindi un disservizio pubblico. Quel che manca è la sua autonomia assoluta, che le consenta di agire con competenza e tempestivamente, senza cadere vittima di alcun tipo di pressione. Il sistema banche deve contare su una Banca d'Italia efficace ed efficiente. E la stessa esigenza vale per investitori, risparmiatori, mondo delle imprese, individui e famiglie. Ecco perché trovo pericoloso che il governo possa pensare di interferire in modo ancora più pesante sull'attività di Bankitalia e, ad esempio, potrebbe essere il prendere possesso delle sue riserve auree magari per finanziare il Tesoro.

La politica deve stare fuori il più possibile da Palazzo Koch. La lezione non l'abbiamo proprio imparata. Dopo le recenti dichiarazioni osé a tinte giallo verdi, le parole concilianti di questi giorni da parte del ministro dell'Economia non mi tranquillizzano. Ahimè, troppe ne ho viste. Ribadisco: la svolta virtuosa per Bankitalia è l'autonomia gestionale assoluta con pieni poteri d'intervento. Più operosità tecnica e meno aderenze con la politica. Così operando non ci saranno più alibi. Chiedo la luna?

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