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Il governo vuole riformare l'Isee: come può cambiare l'assegno unico

L'esecutivo potrebbe rivedere l'Isee per non penalizzare le famiglie, facendo pesare molto meno gli immobili di proprietà per allargare la platea dei beneficiari dell'assegno unico

Il governo vuole riformare l'Isee: come può cambiare l'assegno unico

L'Isee potrebbe essere rivisto a stretto giro dal nuovo governo, che sarebbe pronto a portare avanti il dossier già aperto nel corso della scorsa legislatura. L'intento sarebbe quello di rendere l'indicatore più realista, evitando dunque che molte famiglie vengano penalizzate nell'accesso all'assegno unico. Si muovono su questo piano le volontà dell'esecutivo che, come riferisce Il Messaggero, starebbe prendendo in considerazione l'ipotesi di un innalzamento degli importi che passi attraverso una modifica dei requisiti di accesso.

La riforma dell'Isee

In molti casi il possesso di un immobile si è rivelato essere un vero e proprio ostacolo. Il governo potrebbe dunque agire alla luce delle criticità emerse, apportando una serie di cambiamenti rispetto all'impianto originale. Il piano di azione poggia le proprie basi su un binario ben preciso: far pesare molto meno gli immobili di proprietà della famiglia. Infatti l'Isee aumenta quando una famiglia possiede più immobili.

Da qui la possibilità di rivedere l'elemento che in diverse circostanze non rispecchia fedelmente il calcolo dell'Isee reale. Con l'intervento si vorrebbe rendere l'indicatore più affidabile e coerente all'effettiva condizione economica delle famiglie, evitando così che possano esserci casi clamorosi in cui viene negato l'accesso a bonus e agevolazioni. Anche perché, come fa notare il sito Money.it, in più di qualche situazione si tratta di proprietà che non comportano entrate economiche.

Come può cambiare l'assegno unico

L'ipotesi sul tavolo del governo potrebbe portare a una riduzione dell'indicatore e, allo stesso tempo, a un aumento di bonus e prestazioni percepite. L'esecutivo guidato da Giorgia Meloni potrebbe partorire una riforma in grado di ridurre l'incidenza che gli immobili hanno sul calcolo dell'Isee. L'obiettivo è ben definito: potenziare i sostegni a vantaggio delle famiglie con figli. A partire proprio dall'assegno unico, che viene attribuito per ogni figlio a carico fino al compimento dei 21 anni (al ricorrere di determinate condizioni) e senza limiti di età per i figli disabili.

Tra le altre opzioni c'è anche quella di conferire un peso minore alle proprietà diverse dalla prima casa che risultano sfitte. Ma si potrebbe intervenire anche sulla franchigia, ad esempio con un ritocco fino a 80mila euro. Un atto importante, visto che la presenza di un patrimonio immobiliare ha un'incidenza molto alta. A trarre vantaggio dalla possibile riforma sarebbero tutte quelle famiglie che sono state penalizzate ma che in realtà avrebbero le condizioni per accedere al beneficio in questione.

Questo comporterebbe ovviamente un allargamento della platea dei percettori, che però andrebbe opportunamente valutato in relazione alle coperture. Allo stato attuale l'assegno unico spetta ai nuclei familiari per ogni figlio minorenne a carico (per i nuovi nati decorre dal settimo mese di gravidanza), per ciascun figlio maggiorenne a carico fino al compimento dei 21 anni e per ogni figlio con disabilità a carico (in questo caso non sono previsti limiti di età).

L'importo viene determinato in base alla condizione economica della famiglia, tenendo dunque conto dell'Isee in corso di validità.

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