Giorni bollenti in casa Pirelli: il presidente e ad Marco Tronchetti Provera è alle battute finali nella ricerca di un nuovo socio da affiancare (sempre che non si sfili) al partner russo Rosneft, che possiede il 50% delle azioni della Camfin, holding di controllo del 26,2% di Pirelli (l'altra metà è in mano a Coinv che ha tre azionisti: Nuove partecipazioni con il 76%, di cui Tronchetti detiene il 52%; le due banche, Intesa Sanpaolo e Unicredit, con il 12% ciascuna). Tutti gli indizi portano al colosso cinese China National Chemical Corporation, gruppo con un volume d'affari di oltre 70 miliardi. Ma a essere interessato è anche il concorrente Zhongce Rubber Company. Un primo accordo potrebbe essere concluso a breve, visto che alcuni emissari della Bicocca sarebbero stati in questi giorni a Shanghai proprio per stringere i tempi. Il tutto sarà poi approfondito in occasione del cda fissato il 31 marzo per l'approvazione dei dati di bilancio 2014. A metà maggio, invece, l'accordo sarà il tema dominante all'assemblea degli azionisti.
L'operazione riguarda il riassetto della «scatola» Camfin e avrà un impatto su Pirelli con il lancio di un'offerta pubblica di acquisto. Sarebbe la prima Opa sul gruppo di pneumatici nella serie di riassetti (quello nella fase finale è il quarto) che, negli ultimi anni, hanno riguardato la catena di controllo. La Borsa ci crede e ieri, sull'onda delle nuove indiscrezioni, il titolo ha rotto la soglia record dei 15 euro per chiudere in rialzo del 3,26% a 14,9 euro, su livelli che non vedeva dall'agosto 1990, tra scambi pari al 3,8% del capitale. L'azienda vale ora più di 7 miliardi.
Allargato l'azionariato, ecco allora partire l'Opa che verrebbe lanciata dai nuovi soci insieme a Tronchetti, agli alleati di Nuove partecipazioni più Unicredit e Intesa Sanpaolo. L'ultima fase dell'operazione prevederebbe il delisting del titolo Pirelli e, a seguire, la riorganizzazione del gruppo.
Si parla anche della possibile vendita o di una joint venture riguardante la divisione Truck (pneumatici per camion, bus e mezzi agricoli) in modo che il core business rimanga sulle gomme premium . Per Tronchetti, che ha compiuto 67 anni in gennaio, punto fermo di questo nuovo riassetto è il mantenimento delle leve di comando della galassia Bicocca fino al 2021 (il precedente accordo con i russi di Rosneft, siglato un anno fa, garantiva al top manager il vertice fino al 2019). Un allungamento della leadership, dunque, condiviso con i futuri nuovi azionisti. Il mercato ha infatti dimostrato di apprezzare il lavoro svolto dal top manager, visto che tra il 2011 e il 2013 gli investitori istituzionali sono cresciuti dal 27% al 36%. Sul nuovo socio asiatico, oltre a quello di China Chemical Corporation, sono circolati i nomi di Zhongce Rubber Company, della società coreana Hankook e della giapponese Yokohama. A essere familiari con il pubblico europeo e italiano sono le ultime due: Hankook, in particolare, ha un impianto produttivo in Ungheria; Yokohama, invece, non ha stabilimenti nel Vecchio continente e in Italia è presente attraverso la joint-venture di Yokohama Tokio, Marubeni Corporation e Magri Gomme, società attiva dal 1951 nell'importazione e distribuzione di pneumatici.
Resta da vedere quale decisione prenderà il colosso petrolifero Rosneft, in sofferenza a causa della crisi economica che ha colpito il Paese e per il crollo dei prezzi del greggio: rimarrà, magari ridimensionato, al fianco del nuovo socio cinese, oppure deciderà di sfilarsi
del tutto alla luce di un accordo che cambierebbe il perimetro delle attività del gruppo? La Consob, intanto, ha deciso di accendere un faro sull'ipotesi di riassetto azionario della Bicocca dopo le recenti indiscrezioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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