Sono soprattutto due le chiavi dell'ottima semestrale presentata ieri dal gruppo Pirelli: la scelta di puntare sul segmento «premium», ovvero sull'alto di gamma dei pneumatici, che frutta un maggiore valore aggiunto; e la presenza crescente in Paesi ad alto tasso di crescita e a bassi costi produttivi (nel secondo trimestre è stata inaugurata una fabbrica in Messico). Così il gruppo Pirelli chiude il semestre brillantemente, nonostante il contesto generale, con ricavi in crescita dell'8,3% a 3.021,8 milioni di euro, un risultato operativo di 400,7 milioni (+38,1%) e un utile netto in crescita del 39,6% a 221,7 milioni (ma il secondo trimestre rallenta leggermente sul primo). Il gruppo conferma i target 2012, con un Ebit di «almeno 800 milioni grazie alla continua crescita del segmento premium e alle efficienze aumentate a 150 milioni di euro».
La concentrazione sul segmento di alta gamma - spiega Pirelli - «ha permesso di controbilanciare gli impatti negativi sui volumi di vendita (-7,5% a parità di perimetro». «Le maggiori efficienze, unitamente al minore impatto del costo delle materie prime (per 30 milioni di euro, da 90 a 60 milioni), consentiranno di assorbire i costi legati all'accelerazione verso i prodotti Premium e alla riduzione della produzione di pneumatici standard e a bassa profittabilità, che risentono maggiormente dell'attuale crisi economica».
Interessante il mix delle vendite nel primo semestre, così suddivise: 74% consumer (auto e moto), 26% industrial (camion, trattori, eccetera). Quanto ai canali, il 75% dei ricavi viene dai ricambi, il 25% da primo equipaggiamento.
Ieri Carlo Salvatori (Allianz) è stato cooptato nel cda al posto di Giuseppe Vita. Allianz possiede il 4,4% di Pirelli.
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