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Pirelli, il nuovo patto rafforza i cinesi. Il governo stringe sul golden power

I cinesi in Pirelli, con il nuovo patto entrato in vigore il 19 maggio e attualmente sospeso, diventano più forti e questo mette in allarme il governo che sta conducendo l'istruttoria sul possibile esercizio del Golden power

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I cinesi in Pirelli, con il nuovo patto entrato in vigore il 19 maggio e attualmente sospeso, diventano più forti e questo mette in allarme il governo che sta conducendo l'istruttoria sul possibile esercizio del Golden power, i poteri speciali che salvaguardano le aziende strategiche per il paese. Fonti vicine a Sinochem, che detiene il 37% di Pirelli, provano a rassicurare confermando «la ferma volontà della società di proteggere l'italianità di Pirelli, considerata un asset imprescindibile per il futuro dell'azienda». L'esecutivo sarebbe tuttavia intenzionato a porre paletti, per esempio sterilizzando i voti. Cercherà di completare il quadro, ascoltando le parti in audizione dal 6 giugno per una decisione attesa poi per il 23 del mese.

Dal confronto del nuovo patto valido fino al 2026 con quello del 2017 emerge che Mtp, la società di Marco Tronchetti Provera (in foto) e Camfin avranno un consigliere in meno. Originariamente 8 erano di espressione cinese, 4 di Mtp e altri 3 delle minoranze. Ora sono 9 di espressione cinese, 3 Mtp e 3 delle minoranze. Inoltre Tronchetti, oggi vicepresidente e ad, sarà solo vicepresidente esecutivo. Ha già esercitato, indicando Giorgio Bruno, la successione prevista nei precedenti patti e in futuro quindi l'ad sarà scelto dalla lista di Cnrc. Se oggi è espressione del socio italiano, allo scadere di questo patto potrebbe essere di sola espressione cinese. L'efficacia del patto e i voti dei cinesi sono sospesi, in attesa del pronunciamento del governo atteso per il 23 giugno, prima dell'assemblea dei soci del 29 che chiederà ai soci di fissarne una a luglio per nominare il board. «Noi restiamo dell'idea che le indiscrezioni dei mesi scorsi sulla possibile uscita da parte di Sinochem siano realistiche» commenta Equita guardando alla cordata italiana Camfin-Brembo (24%).

Ma fonti vicine a Sinochem ribadiscono che Pirelli è una partecipazione strategica, e una «cessione non è un'opzione sul tavolo».

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