Ottenere credito è sempre più una missione impossibile per le piccole imprese: non solo in Italia, ma in tutta l'eurozona. Nel secondo trimestre di quest'anno la quota di aziende che hanno riferito un peggioramento nell'accesso ai finanziamenti è salita al 22%, a fronte del 20% dei tre mesi precedenti. E parallelamente è aumentata la percentuale di richieste di prestito bocciate: succede nel 15 per cento dei casi, praticamente a un'impresa su sei, mentre nel trimestre precedente riguardava il 13 per cento.
Non a caso è ancora aumentata la quota di aziende che individuano proprio nell'accesso ai finanziamenti il loro maggiore problema attuale: 18% contro il 17% dei tre mesi precedenti. Sono le cifre più rilevanti dell' indagine trimestrale ad hoc condotta dalla Banca centrale europea.
Ma dove le piccole imprese cercano liquidità? Il sistema bancario resta di gran lunga il maggiore canale di approvvigionamento: lo è nel 74 per cento dei casi tramite prestiti (33%) oppure fidi e linee di credito (41%). È questa una peculiarità del sistema economico dell'area euro che si conferma anche in questa indagine. In altre aree economiche, in particolare negli Usa, vi è infatti un maggior ricorso ad altri canali di approvvigionamento di finanziamenti, come il mercato obbligazionario.
Fin qui i dati pubblicati dalla Bce, che però ieri è stata soprattutto protagonista di uno scontro istituzionale: nodo del contendere, la «quota rosa» nell'esecutivo. Il presidente permanente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, ha deciso infatti di ignorare il no del Parlamento Europeo alla candidatura del lussemburghese Yves Mersch, bocciato per la mancanza di donne all'interno del board dell'Eurotower. Non solo, ha deciso di avviare la cosiddetta procedura scritta, ovvero di inviare una lettera ai 17 leader dell'Eurozona chiedendo entro lunedì l'assenso alla nomina, che, in caso di unanimità, sarà effettiva.
La strategia ha provocato la reazione del presidente del Parlamento europeo, il socialdemocratico Schultz.
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