Popolare Vicenza e il risparmio tradito

I continui aggiornamenti della vicenda Popolare di Vicenza non fanno che aumentare la cattiva reputazione dei risparmiatori verso il sistema delle nostre banche. È come se si avvertisse un senso di profonda ingiustizia. Perché, scoperchiato il pentolone dei misfatti, si assiste alla difficoltà a procedere con la necessaria durezza nei confronti dei vertici dell'istituto, responsabili di un fallimento tecnico dovuto ad attività spericolate in ossequio alla figura letteraria di Pantagruele: viva le abbuffate finanziarie in barba agli interessi di famiglie e imprese! Dal presidente al consiglio di amministrazione tutti a remare dalla stessa parte. Non quella dei risparmiatori. Infatti, lo sprofondo rosso della Popolare di Vicenza ha prodotto ferite dolorosissime al cuore imprenditoriale del Nord Est. E i responsabili del tracollo? Allo stato attuale c'è poca chiarezza. L'ex presidente Gianni Zonin, come si dice, è corso ai ripari. In questo lasso di tempo dove l'impasse detta «legge» cioè in attesa che si compia un'azione di responsabilità, o peggio, nei suoi confronti come invocato dalle vittime dei suoi comportamenti Zonin ha provveduto ad alleggerire il suo patrimonio in favore dei propri figli. Un atto notarile, e via. Semmai un giorno l'ex presidente venisse chiamato in causa per risarcire i malcapitati dei danni prodotti dal crac di 6 miliardi di euro dell'istituto, ci si troverebbe davanti a una cassaforte personale svuotata (certamente ci saranno azioni revocatorie). Come sempre, due pesi e due misure. Penso ai piccoli imprenditori che possono vedersi pignorare tutto (tranne letto e bagno) anche solo per una fideiussione stipulata dieci anni addietro.

Bankitalia e Consob vanno riformate e in fretta affinché non succedano più simili scandali. Intanto i risparmiatori raggirati possono solo attendere le mosse della procura. Mentre Zonin si è già mosso!

www.pompeolocatelli.it

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