Le Popolari vanno a nozze Nei media si aprono i giochi

Riflettori puntati sulle fusioni bancarie e delle utility. Le possibili alleanze in editoria, pay tv e tlc

Banche, tlc, media, energia, editoria. Complice la crisi e la crescente competizione globale, sono tanti i business in Italia che, tra la fine dell'anno e il prossimo, saranno al centro di un maxi risiko, tra operazioni di fusione e aggregazione. Per quanto riguarda le banche, si tratta di un effetto domino generato dal controllo europeo sul credito, «e più in generale - commenta Andrea Giuricin, professore dell'Università Bicocca di Milano - è determinante il nuovo ruolo delle banche di sistema non più al centro del capitalismo di relazione italiano. Le fusioni tra tlc e media sono, invece, passi naturali visto che il mercato unico digitale va dalle Telco fino a Internet».

BANCHE L'avvicinarsi di possibili nozze allo sportello è stato previsto sia dal numero uno di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, sia dal presidente di Unicredit, Federico Ghizzoni. Così, in un mercato bancocentrico come Piazza Affari, numerosi istituti saranno costretti a fondersi. Anche perché l'alternativa sarebbe quella di chiedere nuovi aumenti di capitale (difficile dopo l'ondata 2014). M&A al via, dunque, soprattutto sul versante delle Popolari, da tempo finite nel mirino di Bankitalia, per la scarsa apertura al mercato. A Nord-Est, appaiono candidati ad aggregare gli istituti più piccoli, la Popolare di Vicenza e Veneto Banca, che nei mesi scorsi avevano percorso senza successo la via delle nozze. Tra Veneto e Lombardia potrebbe quindi nascere la prima popolare italiana, tra Bpm e il Banco Popolare. E un ruolo aggregante potrebbe spettare anche a Ubi Banca. A Siena, invece, dopo l'ultimo aumento da 5 miliardi, Mps spera in un cavaliere bianco: in passato si è parlato di Bnp Paribas, già in Italia con la Bnl, e degli spagnoli del Santander.

UTILITY Dallo sportello alla bolletta. Mentre Eni sarà impegnata, nei prossimi mesi, a definire la scissione da Saipem, sul fronte delle utility la questione delle aggregazioni è sempre all'ordine del giorno. Anche perché la Cdp è pronta a fare la sua parte con 500 milioni da mettere a disposizione per favorire le fusioni tra utility. Sullo sfondo restano le possibili nozze A2a-Iren, ma il ruolo chiave - per gli analisti - lo avrà Hera del presidente Tommasi di Vignano. Prima delle nozze tra le «grandi», comunque, è attesa un'ondata di shopping da parte loro sulle piccole utility: in particolare Acea si prepara a fondere piccole realtà nel settore idrico di Lazio e Toscana, e A2a allo shopping in Lombardia.

EDITORIA Mentre si attende di capire come si muoveranno i quotidiani dopo l'integrazione tra La Stampa e il Secolo XIX , nel mondo dell'editoria la recente mossa di Mondadori volta a creare una newco delle attività «libri» potrebbe portare alla creazione di un nuovo polo. Il gruppo, già leader di mercato, potrebbe aprire a potenziali partnership. E il mercato scommette che nella sua orbita potrebbero finire competitor del calibro di Rcs Libri o Feltrinelli.

PAY-TV Nel mondo media, la pay-tv è al centro di un riassetto che vede tra le ipotesi Mediaset Premium pronta ad allearsi - dopo il recente ingresso di Telefonica (11%) - con altri nuovi player. Tra i papabili figurano Al Jazeera, ma soprattutto Vivendi, il gruppo francese padrone di Havas e della pay Canal Plus che fa capo al finanziere francese Vincent Bolloré (già in Telecom). Bolloré avrebbe quindi una doppia opzione per allearsi con Premium: stringere un accordo attraverso Canal Plus, oppure attraverso Telecom Italia.

TLC Mentre impazza il risiko tlc sul fronte internazionale, tra Brasile e Regno Unito, Telecom ha riaperto la trattativa su Metroweb, e avrebbe l'intenzione di rilevarne la quota in mano a F2i.

Ma non è la sola. La società sarebbe nel mirino anche di Vodafone, che a sua volta avrebbe messo gli occhi su Fastweb. All'orizzonte si ipotizza una gara su Metroweb e un riassetto nella banda larga non privo di colpi di scena.

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