Poste salva i piccoli comuni "Stop alle chiusure di uffici"

L'ad Del Fante ha riunito a Roma tremila sindaci I dieci impegni presi dall'azienda, dal wi-fi ai pacchi

Poste salva i piccoli comuni "Stop alle chiusure di uffici"

Il Comune più piccolo dotato di ufficio postale è di solo 100 abitanti. Per arrivare a Spriana, alle porte della Valmalenco, bisogna percorrere i dieci chilometri di tornanti della strada che da Sondrio porta alla frontiera svizzera. Se ne è andato via anche il parroco ma ci sono l'ufficio postale ed il postino. E là resteranno. L'ha assicurato ieri l'ad di Poste Italiane, Matteo Del Fante, a tremila sindaci di altrettanti piccoli comuni sparsi sulla penisola riuniti a Roma insieme ai presidenti dell'Anci e delle comunità montane. Davanti alla platea di fasce tricolori, al premier Giuseppe Conte e al vicepremier Matteo Salvini, Poste ha preso dieci impegni con la promessa di renderne conto tra un anno. Il primo: «In tutti i piccoli Comuni non chiuderà più alcun ufficio postale», ha detto Del Fante. Il progetto verrà finanziato con una parte di quei 500 milioni l'anno di investimenti già annunciati al mercato con il piano industriale lo scorso febbraio: nessun ulteriore arretramento per la rete di uffici e nuovi servizi per i soli 254 Comuni dove Poste non ha uno sportello, come gli Atm per il prelievo automatico di denaro ed i principali servizi postali «a domicilio» tramite i portalettere, senza costi aggiuntivi, o anche con «punti Poste» presso le tabaccherie. Del Fante promette «un ufficio centrale dedicato ad accogliere e gestire tutte le istanze che vengono dal territorio». Poi WiFi gratuito negli uffici di tutti i piccoli comuni ed il servizio di Tesoreria, offerto in partnership con Cdp, in territori dove molte banche sono andate via.

Secondo i dati raccolti dal sindacato First Cisl, infatti, sono 383 i Comuni rimasti «orfani» di sportelli o bancomat. Negli ultimi sette anni sono sparite 6.289 filiali sparse in tutta la penisola e il personale di rete è sceso nel periodo di oltre 26mila unità. In particolare, i comuni serviti da almeno una filiale bancaria erano 5.906 a fine 2010 e sono scesi a 5.523 alla fine dello scorso anno. Nell'Italia nord-occidentale sono 1.923 nel 2017 con un calo del 4,6% rispetto al 2010, in Italia nord-orientale 1.258 (-7%) e in Italia centrale 786 (-6,2%) mentre al Sud sono 1.556 (-8,5%) con punte del -9,3% nelle isole. Non solo. Più di un quarto delle filiali perse negli ultimi sette anni è stato chiuso nel solo 2017. Tra fusioni, acquisizioni, salvataggi, tagli ai costi e rivoluzione digitale, la scure si è abbattuta sulle filiali meno performanti e più piccole in termini di risorse.

Un problema sociale sottovalutato che si aggiunge all'impatto sull'economia locale: sette anni fa c'erano 7,6 sportelli ogni 1.000 imprese, ora sono solo 6,2. Qualche esempio? Nella piccola frazione maremmana di Roccatederighi, che conta mille anime in provincia di Grosseto, lo sportello del Monte dei Paschi, aperto da quasi un secolo che conta 500 conti correnti ha chiuso a gennaio. L'unico impiegato è stato trasferito a Roccastrada, comune distante 15 chilometri. Troppi per i piccoli commercianti e anziani che vivono qui e si presentavano in filiale per versamenti e ritirare la pensione.

Anche per far fronte alla politica di tagli degli sportelli bancari Intesa Sanpaolo ha lanciato questa estate Banca5, l'istituto di credito di prossimità del gruppo che offre la possibilità di prelevare denaro contante in oltre 15 mila tabaccherie convenzionate.

I clienti di Intesa, con le carte di debito del circuito Maestro, MasterCard, Visa o Visa Electron, possono prelevare fino ad un massimo di 150 euro giornalieri esibendo anche la tessera sanitaria nazionale per la lettura elettronica del codice fiscale.

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