Il "prelievo forzoso" sui conti correnti? ​C'è un precedente inquietante

Salvini ha chiesto spiegazioni al Mef sugli scenari col nuovo accordo sul Mes. Il Tesoro: "Ipotesi folle". Ma Amato nel 1992...

Il "prelievo forzoso" sui conti correnti? ​C'è un precedente inquietante

Il braccio di ferro sul Mes ha scatenato un vero e proprio terremoto politico. Come è noto la maggioranza litiga sulle nuove regole per il fondo Salva Stati e di fatto le scintille tra M5s e Pd hanno portato ad un rinvio della discussione e a un passaggio parlamentare in cui verrà decisa la sorte del nuovo patto Ue. Ma tra le pieghe del Mes c'è anche chi segnala il rischio di un prelievo forzoso sui conti correnti nel caso in cui sia necessario "mettere i conti a posto" di uno stato membro Ue. E a sollevare il caso è stato Matteo Salvini che a muso duro ha chiesto al Mef di dire la verità prendendo spunto da un articolo di Milano Finanza: "Il signor indegnamente presidente del Consiglio pro tempore dica se è vero o falso" quanto riferito da Milano Finanza del 23 novembre sul Mes. Il trattato sul fondo salva Stati comporta la possibilità di una "ristrutturazione del debito" del 20/30% del risparmio degli italiani oppure "la confisca nottetempo dei conti correnti bancari italiani per un ammontare equivalente del contributo. Mentre è stato tolto lo scudo penale all'ex Ilva, vogliono darte lo scudo a dirigenti di un organismo privato in grado di entrare nei conti correnti degli italiani. E' una follia!", ha attaccato il leader della Lega.

Ma dal Mef è arrivata una risposta proprio su questo punto: "La riforma del Mes non introduce in alcun modo la ristrutturazione preventiva del debito pubblico e tanto meno prevede la confisca dei conti correnti italiani. È una notizia totalmente infondata e priva di ogni possibile riscontro, che continua a inquinare il dibattito con tesi fuorvianti e ingannevoli. Sostenere, come fa l'articolo a cui fa riferimento il leader della Lega Matteo Salvini, che l unica via per avere condizioni economiche e finanziarie forti e un debito pubblico sostenibile è la sua preventiva ristrutturazione o la confisca nottetempo dei conti correnti italiani è una ricostruzione totalmente priva di logica". E fin qui il battibecco duro tra il Tesoro e l'ex titolare del Viminale. Ma come stanno davvero le cose? Il prelievo forzoso dai conti correnti è previsto con il "bail-in".

Il sistema di salvataggio delle banche di fatto permetterebbe un prelievo su tutte le giacenze sui conti che superano i 100mila euro. Un nuovo filone che possa prevedere una "manina" sui conti correnti pare alquanto remoto ma il precedente del bail in e i principi del Mes potrebbero lasciar spazio ad un ritocco sui conti correnti in caso di vero rischio per la stabilità di cassa di uno dei Paesi Ue. I tedeschi, come sottolinea investireoggi, sanno bene qual è la situazione italiana. Il nostro paese ha un debito pubblico alle stelle ma di fatto ha una ricchezza privata piuttosto elevata. Ed è da questo principio che secondo alcuni esperti economisti tedeschi potrebbe derivare una sforbiciata alla ricchezza dei privati per ripianare il debito. In Italia sui conti correnti sono stati depositati almeno 1.500 miliardi che corrispondo al 60 per cento del debito pubblico. Va sottolineato che quando si parla di prelievo forzoso non si intende un azzeramento del conto. Si tratta di un prelievo di una parte affiancato anche da un allungamento delle scadenze dei titoli di Stati. Questo scenario sembra per il momento remoto, ma attenzione: c'è un precedente inquietante. Nel 1992 l'allora governo Amato mise le mani nottetempo sui risparmi degli italiani con un prelievo del 6 per mille. Servivano gli ultimi 8 mila miliardi di lire per la manovra correttiva da 30. Amato e i tecnici del Tesoro e delle Finanze non trovarono altre strade se non quella del prelievo forzoso. Amato la definì: "Una scelta necvessaria".

Una mossa che segnò il definitivo tramonto della prima repubblica ma che adesso torna di grande attualità. L'ipotesi di un prelievo potrebbe entrare in scena nel caso in cui la situazione italiana e i fondamentali dei nostri conti precipitassero in un abisso senza ritorno...

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