Prorogato il taglio delle accise: ecco cosa contiene la Nadef

Il taglio delle accise sarà mantenuto fino alla fine dell'anno, e si pensa anche ad altri interventi. Tutti i numeri della Nadef, le previsioni economiche purtroppo sono in peggioramento

Prorogato il taglio delle accise: ecco cosa contiene la Nadef

Nel corso dell'ultimo consiglio del Ministri fra i temi trattati c'è stato anche quello della Nadef (Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza), con interventi e aiuti che il governo intenderà attuare per rispondere alla crisi che affligge il Paese. Ulteriori interventi sulle bollette, se necessario, monitoraggio dei prezzi, riproposizione dei crediti di imposta a favore delle imprese e proroga del taglio delle accise sui carburanti fino al 31 dicembre.

Prorogato il taglio sulle accise

Misura attuata dal governo Draghi per rispondere alla folle impennata dei prezzi sui carburanti, il taglio delle accise sarà mantenuto fino al prossimo 31 dicembre. In sostanza, resterà in vigore fino alla fine di questo anno. Lo sconto del 30% su un litro di benzina e diesel non terminerà, dunque, il prossimo 18 novembre.

La misura, contenuta all'interno del Nadef, sarà molto probabilmente inserita nel decreto Aiuti quater, che verrà discusso durante il consiglio dei Ministri in programma giovedì. "Il governo ha deciso di confermare l'obiettivo di deficit per il 2022 del Def e di utilizzare il risultante spazio di bilancio, quantificabile in poco più di 9 miliardi, in larga parte a copertura di nuove misure di mitigazione del costo dell'energia, quali la riproposizione dei crediti di imposta a favore delle imprese e il taglio delle accise sui carburanti fino al 31 dicembre", si legge infatti nella Nadef.

Calano i prezzi dell'energia

In merito all'andamento dei prezzi dell'energia, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha confermato la loro diminuzione, ma ha comunque precisato che i costi restano in ogni caso a un livello elevato rispetto allo standar. "Vi è il rischio di una nuova impennata durante i mesi invernali", ha dichiarato il ministro. "Inoltre, l'approvvigionamento di gas dell'Italia si basa principalmente su flussi di importazione soggetti a rischi di varia natura nell'attuale contesto geopolitico", ha aggiunto. "In tale quadro, l'obiettivo prioritario del governo non poteva che confermarsi quello di limitare quanto più possibile l'impatto del caro energia sui bilanci delle famiglie, specialmente quelle più fragili, nonché di garantire la sopravvivenza e la competitività delle imprese italiane".

Previste, dunque, nuove misure di mitigazione del costo dell'energia, come, ad esempio, la riproposizione dei crediti di imposta a favore delle imprese, oltre che il sopracitato rinnovo del taglio delle accise. "Abbiamo affrontato e approvato la Nadef con un approccio prudente, realistico e sostenibile", ha commentato il ministro dell'Economia e delle Finanze.

Tutti i numeri del Nadef: previsioni peggiorate

Andando a leggere nello specifico il documento vediamo che per quanto concerne il Debito Pa, nel 2023 e 2024 questo viene stimato al 144,6% e al 142,3 % del Pil. Per il 2025, invece, dovrebbe collocarsi intorno al141,2 %, un po' meno del 141,4% previsto. Per quanto riguarda l'anno corrente, invece, il debito scende al 145,7% rispetto al 150,3% del 2021.

Passando alla Pressione fiscale, nel 2022 è prevista salire fino al 43,8% del Pil, - 0,1 punti rispetto alla previsione di settembre. Dal 2023 al 2025 ci dovrebbe invece essere un calo medio di circa 0,4 punti di Pil all'anno, per poi raggiungere il 42,5% del Pil a fine periodo.

Al ribasso, rispetto al Nadef di settembre, i dati sulla Disoccupazione. Confermata all'8,0% per l'anno 2023, al 7,7% per il 2024 e al 7,5% per il 2025.

Per quanto concerne il Pil, nella Nadef viene segnalata una previsione di crescita al rialzo per il 2022 (dal 3,3 al 3,7%). Ridotta, invece, quella per il 2023, che allo 0,6% è passata allo 0,3%.

"Le aspettative di imprese e famiglie, e le stime dei previsori sull'andamento dell'economia, sono notevolmente peggiorate e il rischio di una flessione del ciclo è accresciuto dai corposi rialzi dei tassidelle banche centrali", ha spiegato Giorgetti. Tali peggioramenti incidono inevitabilmente sui bilanci di famiglie e imprese.

"In base a tali premesse è risultato inevitabile aggiornare non solo il quadro macroeconomico programmatico e di finanza pubblica per il 2022-2025, ma anche la previsione tendenziale su cui esso si basa", ha concluso il ministro dell'Economia.

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