Qualche domanda a Moody's

Chi c'è dietro ai continui downgrade del nostro Paese? Secondo quali logiche vengono prese certe decisioni? Chi sono i nomi degli analisti che valutano il peso economico dell'Italia? Abbiamo provato a porre queste domande ai vertici di Moody's. Finora non è arrivata alcuna risposta. Perché?

Qualche domanda a Moody's

Mentre la Procura di Trani continua a indagare sull'operato delle agenzie di rating che, a delle associazioni dei consumatori, avrebbero agito nuocendo il sistema Italia, Moody's continua – imperterrita – a firmare downgrade, outlook negativi e tagli al debito sovrano, alle banche e agli enti locali del Belpaese. Non è infatti un mistero il fatto che la scure dell'agenzia statunitense spinga gli istituti finanziari a "snobbare" gli investimenti nei titoli di Stato più a rischio tanto da allargare la forbice tra i Btp decennali italiani e i Bund tedeschi sfavorendo gli investimenti e rendendo Piazza Affari una preda ghiotta per la speculazione internazionale.

Chi c'è dietro a questi giudizi che minano la crescita dell'Italia? Chi prende decisioni tanto importanti? In base a quale metro di giudizio? E, soprattutto, secondo quale tempistica? Sono domande che ci sono sorte spontanee quando, il mese scorso, era serpeggiata la notizia che il presidente del Consiglio Mario Monti avesse fatto parte del “Senior european advisory council” proprio quando le agenzie di rating si avventavano contro l'economia italiana contribuendo, in questo modo, a far cadere il governo Berlusconi. È stato proprio in quell'occasione che abbiamo contattato Moody's per chiarire la posizione del premier. Da subito è iniziato un rimbalzo di responsabilità: mentre la notizia veniva smentita da Palazzo Chigi attraverso le agenzie stampa, i vertici di Moody's ci rimbalzavano tra gli gli uffici londinesi e quelli di Roma. La risposta (telegrafica) è arrivato soltanto dopo parecchi giorni: “Il Senior European Advisory Council di Moody’s ha contribuito ad approfondire la nostra comprensione del contesto economico europeo e non ha giocato alcun ruolo nelle nostre valutazioni di rating”. Niente di più. Un comunicato secco e impreciso che non rispondeva affatto alle domande che, per conto dei nostri lettori, avevamo posto all'ufficio stampa dell'agenzia.

Siamo, quindi, tornati alla carica. Da agenzie private che da sempre chiedono trasparenza sui conti, ci aspettiamo infatti trasparenza sul proprio operato e sulle persone che decidono del nostro futuro (economico). Il punto non era più soltanto sapere sapere quando e per quanto tempo Monti ha fatto parte del “Senior european advisory council”. Le domande sono molteplici: quali erano le mansioni di Monti all'interno di Moody's? cosa significa, in concreto, occuparsi di "approfondire la comprensione del contesto economico europeo" per un'agenzia di rating? E ancora: chi sono i membri del board che, invece, si occupa del rating dei Paesi europei? Chi ha preso il posto di Monti all'interno del board? Tutte domande che, per oltre un mese, sono rimaste senza risposta. Nel frattempo, però, la Procura di Trani ha chiuso con due indagati l'inchiesta sull'agenzia di rating accusata dal pm Michele Ruggiero. “Gli analisti Abercromby e Wassemberg fornivano intenzionalmente ai mercati informazioni tendenziose, distorte (e come tali falsate)”, scriveva qualche settimana fa il pm mettendo in risalto la “scelta mirata dei tempi” e “l'impiego di tecniche argomentative suggestive, ambigue e foriere di allarme”. L'inchiesta, partita dalle denunce di Adusbef e Federconsumatori, accusa Moody's di “aver diffuso giudizi falsi, infondati o comunque imprudenti sul sistema economico-finanziario e bancario italiano configurando una manipolazione del mercato”. Per i due manager indagati, Ross Abercromby (vice president e senior analyst) e Johannes Wassemberg (managing director Financial Institutions), si parla di reati di aggiotaggio e manipolazione del mercato pluriaggravati.

Dopo le pesanti accuse della procura di Trani e i continui downgrade che, ancora ieri, hanno colpito numerosi enti locali e banche del Belpaese, si fa sempre più stringente la necessità di avere una risposta chiara

da parte di Moody's. Da parte nostra non ci stanchiamo a mantenere la questione aperta: anche questa mattina abbiamo inoltrato (per l'ennesima volta) le domande all'agenzia americana. Aspettiamo, con pazienza, le risposte.

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