«Questa fase di debolezza è inevitabile, poi tornerà il sereno»

Fino a gennaio la Borsa andava bene. Poi ha cominciato a scendere e da allora ha perso il 15%. Cosa dobbiamo aspettarci di qui a fine anno?
«Sono fiducioso che il 2013 sarà un anno positivo per i mercati azionari, così come lo è stato il 2012». Gli scivoloni di questi giorni non turbano più di tanto Gianni Ferrari, private banker per Euromobiliare con più di un quarto di secolo di esperienza sulle spalle. Che comunque non nasconde le difficoltà di questo momento.
Quello azionario italiano non è un mercato troppo rischioso?
«Sostengo da anni che occorre diversificare ed internazionalizzare i propri portafogli. L'Italia non è l'ombelico del mondo e ha una Borsa relativamente piccola. In questo quadro può subire scossoni più forti delle altre. E le fasi di ripiegamento ci sono sempre: bisogna saperle gestire».
E il pasticcio Cipro? Non rischia di spaventare ulteriormente gli investitori?
«Il caso Cipro è un derivato del caso Grecia. Sicuramente costituisce un'ulteriore turbativa in un periodo non felice: negli Usa pesa la mancata soluzione del fiscal cliff e del tetto al debito pubblico; mentre l' attuale instabilità italiana può creare condizioni per una fase di debolezza dei mercati europei; ma non credo che ci troviamo di fronte a una nuova crisi sistemica come quella del 2011. Tutto questo potrebbe creare una fase di debolezza nelle quotazioni, ma se per la fine dell'anno dovessero manifestarsi segnali di ripresa economica i mercati azionari saranno i più veloci a coglierli».
Quindi stare calmi e abituarsi a volatilità e speculazione...
«Diciamo che molti tendono a pensare che le Borse siano avulse dall'economia reale. Ma non è così: i listini hanno tempi e cicli diversi, ma alla fine prosperano dove e quando c'è la crescita economica. Detto questo, tutti i mercati azionari sono soggetti a volatilità. E di certo la Borsa di Milano, in un Paese politicamente instabile, con uno dei più alti debiti pubblici del mondo, è più soggetta di altre alla volatilità. E nei momenti di tensione le Borse tendono ad estremizzare, passando dall' euforia dei momenti positivi, alla depressione nei momenti negativi. Bisognerebbe saper approfittare di questi estremi, ricordando il vecchio proverbio: in Borsa si compra quando suonano i cannoni e si vende quando suonano i violini».
Non facile. Cosa state consigliando ai vostri clienti?
«A fine gennaio abbiamo inviato dei report consigliando di ridurre l'esposizione azionaria. Venivamo da un rally molto sostanzioso, avevamo di fronte le difficili elezioni italiane e una presa di beneficio ci stava tutta.

Per quanto riguarda i bond, cominciamo ad acquistare titoli legati all'inflazione: oggi, con la gelata sui consumi e sull'occupazione, non costituisce un problema. Ma a forza di immettere miliardi di dollari sul mercato, prima o poi un surriscaldamento dei prezzi potrebbe avvenire».

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