Ad aprile l'industria italiana del risparmio gestito ha totalizzato quasi tre miliardi di euro di raccolta netta. Il bottino, da inizio anno, sale così a 16,8 miliardi con un patrimonio che si attesta a 2.090 miliardi, contro i 2.082 miliardi di fine marzo. Anche ad aprile, come a marzo, sono stati i fondi comuni a trainare la raccolta con 2,68 miliardi di introiti netti, mentre le gestioni di portafoglio non hanno incamerato più di 249 milioni. Con la differenza però che ad aprile sono state le gestioni patrimoniali destinate agli istituzionali a essere in attivo (+448 milioni) mentre quelle per gli investitori retail sono finite in rosso (-199 milioni). All'interno dei fondi, le preferenze dei sottoscrittori sono riconfermate. La categoria più gettonata resta quella dei flessibili (+1,65 miliardi), sebbene il divario nei con i bilanciati (1,34 miliardi) si sia molto ridotta rispetto a marzo. In attivo pure gli azionari (693 milioni); sia i fondi monetari (-201 milioni) sia gli obbligazionari (-862 milioni) hanno chiuso in territorio negativo, ma su livelli meno pronunciati rispetto a quelli emersi a marzo. I fondi obbligazionari, nonostante da inizio anno accusino un deflusso netto di 5,67 miliardi, restano comunque saldamente la categoria con più patrimonio in gestione (398,8 miliardi, 39,3% del totale): seguono i flessibili con 249,9 miliardi (24,6%), gli azionari con 230 miliardi (22,7%), i bilanciati con 100,6 miliardi (9,9%) e i monetari con 28,7 miliardi (2,8%).
Quanto alla sfida tra i fondi di diritto italiano e quelli esteri sono sempre questi ultimi ad aver raccolto più adesioni: 2,16 miliardi
contro 573 milioni. A fine aprile ai fondi di diritto estero faceva capo un patrimonio complessivo in gestione di 754,6 miliardi (74,3% del totale) mentre i fondi di diritto italiano amministravano 260,6 miliardi (25,7%).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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