Rcs boccia l'offerta di Cairo Voto unanime in consiglio

Il cda: «L'Ops è troppo bassa, la valutazione media è 95 centesimi. E nessun vantaggio rispetto al piano»

Una bocciatura all'unanimità, perché il prezzo «non è congruo» per chi possiede azioni Rcs. Ecco il verdetto definitivo del cda del gruppo editoriale all'offerta pubblica di scambio lanciata da Urbano Cairo, che comunque inizierà lunedì 13 giugno per terminare l'8 luglio. Le motivazioni della decisione presa dal board di giovedì scorso (cui però non hanno partecipato il presidente Maurizio Costa, consigliere di Mediobanca, e il consigliere in quota Cairo, Stefano Simontacchi) sono state diffuse ieri sera a Borsa chiusa, con un documento di circa cinquanta pagine. Il cda ha esaminato la cosiddetta fairness opinion dell'esperto indipendente, Roberto Tasca, e quelle di Citi e di UniCredit nonché il parere degli amministratori indipendenti. Secondo Tasca, il prezzo giusto era compreso tra 0,80 e 1,13 euro, con un valore intermedio di 0,95 euro; secondo l'analisi di Citi, tra 0,93 e 1,31 euro mentre Unicredit ha valutato il titolo in una forbice compresa tra 0,86 e 1,26 euro. Il rapporto di cambio di 0,12 azioni proposto da Cairo Communication per ogni azione Rcs è stato dunque considerato non congruo. Ma il valore intermedio rimane molto distante anche dai 70 centesimi offerti dagli avversari di International Media Holding (Investindustrial, Della Valle, Mediobanca, Pirelli e Unipol).

Secondo il cda di Rcs, però, anche la strategia industriale annunciata da Cairo per rilanciare il gruppo che edita il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport, non costituisce «un'opportunità incrementale rispetto al piano industriale» presentato dall'attuale management capitanato dall'amministratore delegato Laura Cioli. Nelle valutazioni sull'Ops il cda osserva, inoltre, che l'editore de La7 non ha rilasciato «indicazioni quantitative al mercato in merito agli obiettivi economico-finanziari del gruppo Cairo Com». Rispetto poi agli obiettivi indicati per la Rizzoli, segnala di non aver individuato nel prospetto di Cairo «elementi di discontinuità significativi rispetto al piano industriale Rcs». Mentre sui risparmi stimati da Cairo «non risultano essere significativamente superiori rispetto a quanto già previsto» dall'attuale piano che «già fa della strutturale riduzione dei costi il suo primo cardine». Per il board, il beneficio aggiuntivo previsto dall'offerta del patron del Torino si ridurrebbe a 25 milioni, con un orizzonte temporale di un anno più lungo rispetto all'orizzonte del piano Rcs.

Quanto alle sinergie, il cda segnala l'esistenza di «numerosi aspetti che possono comportare criticità operative e di gestione», derivanti dalla gestione di un gruppo di «dimensioni significativamente maggiori» rispetto alla Cairo Communication. L'editore di La7 non esclude la necessità di un aumento di capitale «senza chiarire quale sia il livello di impegno di Cairo stesso rispetto agli eventuali oneri di ricapitalizzazione». E, soprattutto, «non riconosce un premio di controllo agli azionisti di Rcs».

Sempre in serata è arrivato il via libera di Consob al documento sull'offerta in contanti lanciata da Bonomi in cordata con i soci storici di Rcs che prevede un aumento di capitale da 150 milioni per lo sviluppo.

L'Opa partirà il 20 giugno per concludersi il 15 luglio. Intanto, a Piazza Affari, il titolo Cairo Com è sceso del 3,5% a 4,5 euro mentre le azioni Rcs hanno ceduto lo 0,77% a 0,77 euro. Alle attuali quotazioni, Cairo valorizza le azioni del Corriere della Sera 0,54 euro.

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