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Recovery Fund, mossa disperata di Conte per avere il fondo dall'Europa

Giuseppe Conte ha più volte fatto capire di essere pronto a considerare la possibilità del veto sul bilancio europeo. Ecco la strategia del premier italiano

Recovery Fund, mossa disperata di Conte per avere il fondo dall'Europa

Minacciare il veto sul bilancio europeo per salvare consistenza e condizioni del Recovery Fund: è questa l'ultima arma a disposizione di Giuseppe Conte nell'infinita corsa contro il tempo per trovare un accordo sugli aiuti Ue ai Paesi vessati dalla pandemia di Covid.

L'aut aut di Conte

Già, perché più le settimane passano e più il fondo temporaneo di emergenza messo sul tavolo da Bruxelles rischia di sgonfiarsi. La Commissione europea aveva proposto un pacchetto dal valore di 750 miliardi di euro da distribuire ai vari governi, 500 dei quali sotto forma di sussidi a fondo perduto. Il problema è che i cosiddetti Paesi frugali continuano a vedere queste due condizioni come fumo negli occhi.

La pressione dei rigoristi potrebbe spingere l'Ue a rivedere le caratteristiche del Recovery Fund. Un'eventualità, questa, che Conte intende scongiurare a ogni costo. Come ha scritto La Stampa, ieri, durante il Consiglio europeo, il premier italiano ha più volte fatto capire di essere pronto a considerare la possibilità del veto sul bilancio europeo.

"Non voglio neppure considerare la possibilità del veto sul bilancio europeo, in questo momento dobbiamo giocare in termini positivi, ottimistici, dobbiamo lavorare, come stiamo facendo", ha fatto presente Conte ai suoi interlocutori. La possibilità paventata dal premier potrebbe scattare in due casi: se la consistenza del Recovery Fund dovesse diminuire oppure se la componente dei sussidi dovesse scendere rispetto a quanto previsto.

La strategia dell'Italia e l'ipotesi Mes

In altre parole, la proposta della Commissione sul Recovery Fund deve essere ambiziosa e non scendere al di sotto di determinati livelli di guardia. Conte punta molto su Angela Merkel e spera che, a partire da luglio, quando partirà il semestre tedesco dell'Ue, la Cancelliera avalli la proposta di Bruxelles. Dall'altro lato il premier si affida anche alla sponda di Emmanuel Macron, visto che il presidente francese non ha intenzione di retrocedere dai 500 miliardi di sovvenzioni a fondo perduto.

La possibile reazione dell'Italia, dunque, dipenderà dall'esito dei negoziati sul Recovery Fund. In base a questo, il governo giallorosso preparerà la sua strategia riguardo al Mes, uno strumento che Roma potrebbe accogliere – sostengono alcune indiscrezioni – se altri Paesi dovessero scegliere di intraprendere la stessa strada. Anche perché Merkel è stata chiara: per motivi burocratici è impossibile accedere alle risorse del Recovery prima del 2021.

Per il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, l'intesa sul Recovery Fund si troverà entro luglio. Il ministro lo ha detto durante l'ultima di Otto e mezzo, su La7. "Credo che sul Recovery fund troveremo l'accordo entro luglio, è urgente concluderlo - ha spiegato - ma ci tengo a dire che la portata dell'intervento dell'Europa per sostenere le economie degli Stati membri è senza precedenti.

Alcuni strumenti e fondi strutturali partiranno già dall'autunno 2020 - ha proseguito - ma la gran parte dei fondi saranno a disposizione da gennaio 2021. Sono soldi che servono a sostenere i lavoratori, le imprese e le famiglie. I soldi ci sono e stanno anche arrivando".

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