Economia

Renault chiude il 2019 in rosso. Non accadeva da dieci anni

All'italiano De Meo, nuovo ad, il compito di gestire la crisi I guai di Nissan e il rischio di tagli: servono due miliardi

Renault chiude il 2019 in rosso. Non accadeva da dieci anni

Prenderà una montagna di soldi, si dice in misura maggiore rispetto all'ex numero uno Carlos Ghosn (6 milioni contro 4,7), ma per Luca De Meo, dall'1 luglio prossimo nuovo ad di Groupe Renault, l'impatto con la realtà automobilistica francese sarà subito pesante. La Casa che ha per azionista principale l'Eliseo ha infatti segnato, per la prima volta da 10 anni, una perdita con il conseguente taglio delle stime per il 2020. In più, chi ora tiene in mano il volante, Clotilde Delbos, oltre a ribadire che il 2019 è stato un anno difficile per Renault e l'Alleanza con Nissan, non ha escluso tagli occupazionali e la chiusure di fabbriche.

Imperativo, infatti, è risparmiare 2 miliardi in tre anni. Ecco perché, ha aggiunto la manager, «non abbiamo tabù e non escludiamo nulla».

Ad aggravare la situazione il fatto che, nel 2019, il contributo di Nissan alle entrate di Renualt è sceso a 242 milioni dai precedenti 1,15 miliardi. E la stessa Nissan, di cui Renault possiede il 43%, ha appena comunicato pesanti perdite, insieme alla revisione al ribasso delle previsioni sugli utili. Giù, per i giapponesi, anche le vendite: -12,5%.

Per i francesi (a questo punto il flop delle nozze con Fca è stato un bene per Mirafiori) il calo delle vendite, lo scorso anno, è stato del 3,4% (3,8 milioni di veicoli), mentre la perdita di gruppo ammonta a 141 milioni. Il capo ad interim, Clotilde Delbos, ha dichiarato che «le prospettive per il 2020 sono limitate a causa di una volatilità attesa sul mercato». Tali incertezze includono i nuovi limiti Ue sulle emissioni che imporranno alle Case di vendere più veicoli elettrificati, nonché l'impatto del Coronavirus in Cina.

E proprio l'epidemia da Coronavirus ha costretto Fca ad annunciare lo stop, per mancanza dell'arrivo di componenti dalla Cina, dell'impianro di Kragujevac, in Serbia, dove nasce la Fiat 500L. «Stiamo lavorando per garantire l'approvvigionamento dei componenti - spiegano da Torino - e la produzione verrà riavviata nel mese». In Italia, intanto, Fca accelera sul rilancio di Maserati. I primi modelli a iniziare la produzione saranno le nuove Gran Turismo e Gran Cabrio nel polo di Mirafiori, con un investimento di circa 800 milioni. In arrivo anche il Suv a Cassino, che assieme alle Alfa Romeo Giulia e Stelvio, aumenterà la capacità produttiva del sito. I lavori prenderanno il via entro il 2020 con un investimento di altri 800 milioni. A Modena, come già annunciato, sarà prodotta la nuova supercar del Tridente della quale sarà disponibile anche la variante elettrica.

Positivo il commento di Marco Bentivogli, segretario generale di Fim Cisl, e di Raffaele Apetino, coordinatore nazionale automotive del sindacato: «Questa notizia getta le basi per un futuro industriale occupazionale più solido dopo i tanti mesi di ammortizzatori sociali.

È ora necessario che gli investimenti sul settore auto, da parte di Fca, siano accompagnati da politiche del governo che favoriscano lo sviluppo industriale del settore verso l'elettrificazione».

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