Economia

Renzi sfotte gli euroscettici: "So che per voi è difficile leggere più di due libri..."

Battibecco a Strasburgo: il premier cita la Divina Commedia, Salvini borbotta: "Non ti ascoltano neanche i tuoi"

Renzi sfotte gli euroscettici: "So che per voi è difficile leggere più di due libri..."

"Se vuole stare nella competizione globale, l'Italia deve cambiare e in questi sei mesi abbiamo fatto molto". Nel discorso di chiusura del semestre italiano di presidenza Ue, Matteo Renzi.

"Noi italiani sappiamo che nostra sfida non è qui ma a casa nostra", ha sottolineato il premier italiano, chiedendo però una trasformazione anche all'Italia: "Credo che o l’Europa cambia marcia nell’economia o diventeremo fanalino coda di un mondo che cambia rapidamente. A nostro giudizio stiamo andando nella giusta direzione, ma dobbiamo fare di più. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, a credere nell’investimento sulla flessibilità".

Poi se la prende con gli euroscettici: "C’è una demagogia imbarazzante, c’è un’idea dell’Europa che serve al mondo da un lato e dall’altro chi investe sulla demagogia e la paura e vuole rannicchiare i nostri valori in una fortezza". E a chi come Matteo Salvini lo contestava davanti l'assemblea plenaria ha citato la Divina Commedia: "Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtù e conoscenza", ha detto, "So che per alcuni di voi è difficile leggere più di due libri, ma spero che il Parlamento europeo scelga se vuole vivere come bruti e seguire la demagogia per qualche mezzo punto in più o se seguire la virtù che è rappresentata dall’Europa".

"Questo semestre di presidenza italiana è stato il nulla: lo dimostra quest’aula deserta", ha ribattuto poi Matteo Salvini che già durante il discorso di Renzi aveva detto "Non ti ascoltano nemmeno i tuoi". "Oggi la degna fine di sei mesi chiacchiere: neanche i suoi uomini hanno perso tempo per venire ad ascoltare il nulla", ha aggiunto il leader del Carroccio, "Auguri alla Lettonia che farà certamente meglio di questo semestre drammatico".

Sul terrorismo che in questi giorni minaccia sempre più l'Europa, il premier italiano ha sottolineato che la "foto storica" della marcia di Parigi non è quella dei leader ma quella del "popolo, in primo luogo francese": "Immagini di uomini e donne che non si rassegnano a terrore e paura. I nostri valori sono più forti degli attentati". E a chi chiede di rivedere la politica europea sull'immigrazione replica: "Quando si pensa di difendere la nostra identità richiudendoci in fortezze in nome della sicurezza, dobbiamo dire che la libertà è la precondizione per la sicurezza. Non c’è sicurezza possibile senza libertà in Europa".

Ad ascoltare Renzi a Strasburgo c'è anche Giorgio Napolitano.

A lui va il saluto del premier tra gli applausi del Parlamento Ue: "Giorgio Napolitano ha rappresentato anche in questi sei mesi la guida del nostro Paese: Giorgio Napolitano, convinto europeista che proprio in queste ore lascerà il proprio incarico avendo compiuto un lungo percorso di cambiamento e avendo affrontato le difficoltà in Italia con l’intelligenza e la saggezza".

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