Ripartono le grandi manovre su Rcs

Il voto confindustriale riaccende i fari sul destino di «Sole» e «Corriere». L'ipotesi di un investimento dei Rocca in Rcs

Camilla ContiDopo ogni battaglia si contano vittime e feriti sul campo. Anche in quella, conclusa giovedì, per la presidenza di Confindustria che ha visto prevalere, per 9 voti su 192, Vincenzo Boccia contro Alberto Vacchi. Vincitori e vinti pensano però già al futuro. I primi a come ricompattare un'associazione spaccata in due riavvicinando la rappresentanza ai problemi del mercato. I secondi, a come rialzarsi dopo la sconfitta. Che è stata bruciante per due pesi massimi come Luca Cordero di Montezemolo e l'Assolombarda di Gianfelice Rocca, grandi sponsor di Vacchi. Entrambe le fazioni hanno però i riflettori accesi sullo stesso scacchiere: quello editoriale dove il Sole(24Ore) ha smesso da tempo di brillare in termini di conti. Già in campagna elettorale erano circolate voci di una possibile fusione fra il quotidiano di via Monte Rosa e il Corriere della Sera anche come risposta alle nozze fra la Stampa e Repubblica. E come soluzione per lo stesso gruppo Rcs, «abbandonato» dalla Fca degli Agnelli (che vogliono vendere sul mercato il 5% che rimarrà in capo alla holding Exor) e ancora alle prese con le trattative sul debito con le banche creditrici che potrebbe andare avanti ancora per un mesetto. La vittoria di Boccia fa pensare che Confindustria cerchi di trovare al suo interno un modo per mantenere saldo il controllo del gruppo oggi guidato da Donatella Treu, coinvolgendo gli associati. Ecco quindi che nel day after del voto torna di attualità anche il destino del Corriere. Dove il problema è sempre il solito: chi mette i soldi. Non è un caso se i nomi fin qui circolati per rilanciare il gruppo guidato da Laura Cioli sono quelli di imprenditori assai «liquidi» come Franco Gaetano Caltagirone che sembra però essere più interessato ai suoi investimenti nelle Generali (continua lo shopping di titoli del Leone) o come Urbano Cairo, già azionista di Rcs con il 4,6%, che ha in cassa 100 milioni da spendere ma vuol prima capire se il piano Cioli funzionerà e soprattutto se verrà trovato l'accordo con le banche. Dal cui fronte ha peraltro alzato la voce l'ad di Intesa, Carlo Messina, che non esclude un aumento di capitale per Rcs se questo servirà a tutelare gli interessi dell'istituto. Intesa uscirà dal capitale entro il 2017 eppure il presidente emerito Giovanni Bazoli sarebbe da mesi alla ricerca di un cavaliere interessato a scommettere sulla dote del gruppo editoriale. Avvalendosi anche dell'aiuto dell'ex direttore Ferruccio De Bortoli, tornato a scrivere sulle colonne del quotidiano meneghino proprio all'indomani dell'uscita della Fiat. Nelle ultime ore sono così tornate a circolare voci di grandi manovre, di possibili investitori contattati e di interessi sondati. Tra questi spunta nuovamente il nome di Rocca, in avvicinamento a via Solferino anche come reazione alla sconfitta confindustriale. Che sia solo l'ennesimo desiderata dei soci o dei creditori? E chi potrebbe, nel caso, affiancarlo nell'impresa? Chissà. Bisogna prima capire se l'imprenditore milanese ha davvero le risorse per mettere sul piatto 200-250 milioni (di queste cifre si parla) e portarsi a casa la maggioranza di Rcs. Con quale società potrebbe muoversi e se riuscirà a convincere anche il fratello Paolo. La San Faustin, holding lussemburghese guidata da Gianfelice e a capo delle attività della famiglia - tra cui il polo ospedaliero Humanitas, Tenaris e Techint - ha chiuso il bilancio a giugno 2015 con un utile di oltre 2,2 miliardi rispetto al rosso di 644 milioni dell'esercizio precedente e ha così distribuito oltre 271 milioni di dollari di dividendo che sono finiti alla fondazione olandese Rocca & Partners. C'è poi chi fa notare che lo statuto della Techint guidata da Rocca prevede di investire in società operanti nella siderurgia.

Al netto di chi sarà il salvatore, di certo ne servirà uno sia in Rcs, per evitare una nuova ricapitalizzazione, sia al Sole per non dover costringere gli industriali a varare il primo aumento dalla quotazione in Borsa.

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