Economia

Assegno di invalidità: scatta la retromarcia. Cosa cambia ora

I parlamentari della maggioranza, con un emendamento al decreto Fisco e lavoro, sono corsi subito ai ripari, annullando la decisione dell'Inps

Assegno di invalidità: scatta la retromarcia. Cosa cambia ora

Grazie a un emendamento al decreto Fisco e lavoro, la maggioranza di governo ha fatto ritornare il sorriso sulle labbra di tanti disabili, i quali, un mese e mezzo fa, non avevano accolto favorevolmente la circolare interna dell’Inps. L’Istituto nazionale di previdenza sociale, dopo una serie di sentenze della Corte di Cassazione, aveva deciso di sospendere l’assegno mensile di assistenza agli invalidi che svolgono attività lavorative anche di piccolo cabotaggio. I parlamentari sono corsi subito ai ripari, rimettendo le cose a posto. I disabili adesso hanno diritto all’assegno anche se svolgono un’attività lavorativa che genera un reddito basso, fino a poco meno di 5mila euro all’anno.

Il sussidio, percepito dagli invalidi parziali, non supera mediamente la cifra di 287 euro al mese ed è possibile percepirlo non solo se si è disoccupati, ma anche se si svolgono lavori dal reddito modesto. Alcuni pronunciamenti della Suprema Corte, però, che hanno ribaltato questo principio, facendo perdere l’aiuto economico a chi fa qualsiasi tipo di attività, hanno convinto l’Inps a uniformarsi alle sentenze dei giudici. A quel punto, era scattato l’allarme per le associazioni di categoria, le quali hanno pressato le forze politiche di maggioranza per rivedere la pozione assunta dall’Istituto nazionale di previdenza sociale.

“L'approvazione ieri in commissione Finanze al Senato dell'atteso emendamento che ripristina l'assegno agli invalidi civili parziali che lavorano è una ottima notizia ed è il risultato della nostra dura legittima protesta - ha dichiarato al quotidiano Il Messaggero Nazaro Pagano, presidente dell’associazione nazionale Mutilati e invalidi civili – questo cambio di rotta rappresenta una vittoria dei disabili e del buon senso”. Anche il governo ha fatto sapere di essere soddisfatto per l’emendamento che, secondo il ministro del Lavoro Andrea Orlando, corregge un’ingiustizia. L'assegno di invalidità è confermato alla cifra di 287 euro al mese ed è compatibile con un reddito pari, al massimo, a 4.

931 euro l'anno.

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