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Risanamento, nel nuovo assetto banche all'82%, Zunino all'11%

Al termine dell'operazione in corso del prestito convertendo, che finirà il 23 maggio, le banche (cioè soprattutto Intesa, Unicredit e Banco Popolare) deterranno circa l'82% del capitale di Risanamento, mentre le società di Zunino scenderanno a circa l'11%. Lo ricostruisce durante l'assemblea del gruppo immobiliare l'ad Claudio Calabi. In questo quadro il flottante di Borsa non sarebbe più sufficiente per una quotazione del titolo, ma sulla decisione che le banche prenderanno, il management di Risanamento non si esprime.
Durante le votazioni di assemblea è stata inoltre ampiamente bocciata una proposta di azione di responsabilità presentata da un piccolissimo socio nei confronti dell'attuale cda: si sono astenuti sia il rappresentante sia di Zunino sia quello di Unicredit. Il rappresentante del costruttore in assemblea siede anche nel board e non intendeva esprimersi su un argomento che lo poteva riguardare direttamente, mentre il rappresentante di Unicredit ha scelto in questo modo non avendo indicazioni sugli argomenti al di fuori dell'ordine del giorno.


A seguito delle dimissioni di due consiglieri, il Cda di Risanamento scende poi da 11 a 9 componenti. Infine, dopo che è sfumata la cessione dell'area di Santa Giulia a Idea Fimit, proseguirà la ricerca di «potenziali investitori non solo in Italia ma anche all'estero», spiega Calabi.

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