Il risparmiatore che ha perso la bussola

Questa settimana sono stati pubblicati due dati che dovrebbero far riflettere irisparmiatori ed operatori del settore. Il primo porta il marchio Abi che, nel suo resoconto sul primo semestre 2016, evidenzia come gli italiani siano sempre più prudenti. I depositi, inclusi anche i certificati e i libretti di risparmio, a fine giugno sono aumentati di 45 miliardi, portando le masse dirottate su questo tipo di strumenti alla somma straordinaria di 1.317 miliardi. Se si tiene conto che l'intera ricchezza mobiliare privata del nostro paese supera di poco i 4.000 miliardi appare evidente, come un terzo di questa sia parcheggiata su strumenti finanziari che in questo momento non solo non danno alcun rendimento, ma che tra costi, commissioni, tassazioni e bolli, erodono sistematicamente il capitale.

Insomma, gli italiani stanno consapevolmente decidendo di perdere denaro. Perché? Perché non sanno più cosa fare, non sanno di chi fidarsi, e piuttosto che perdere tanto scelgono di perdere poco. L'altro dato fa riferimento all'allarme lanciato dalla Fabi, il sindacato dei bancari, che ha urlato ai quattro venti come nei prossimi sette anni il sistema rischi di perdere oltre 25.000 posti di lavoro. Ma i numeri, probabilmente sono da rivedere, ed al rialzo. In Italia ci sono circa 30.000 sportelli, 51 ogni 100.000 abitanti; nel resto d'Europa la media è di 40, nel mondo anglosassone 30. Se le medie italiane si allineeranno a quelle Ue, che stanno ulteriormente calando, allora nei prossimi anni chiuderanno 10.000 sportelli, 20.000 se le medie di riferimento saranno quelle del nord-Europa. Un'ecatombe.

L'unico modo per ridare linfa al sistema è puntare sulla consulenza. Chi lo ha fatto sta già crescendo, chi è in ritardo perderà clienti filiali ed operatori.

Stesso discorso vale per i risparmiatori: scegliere di non scegliere, rappresenta una contraddizione termini, soprattutto un costo che alla lunga non sarà più sostenibile. Di questo si parlerà nel corso della trasmissione «Mercati che fare» in onda domenica alle 14.30 su TgCom24.

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