
«Un ottimo accordo che ricostruisce le relazioni industriali e rappresenta il punto di svolta grazie al quale, dopo anni di divisioni, si ricostruiscono le basi per il rilancio dell'unità del sindacato e il superamento degli accordi separati». È uno dei tanti commenti di fonte sindacale all'accordo sulla rappresentanza, definito storico, raggiunto l'altra sera da Confindustria con Cgil, Cisl e Uil.
Un'intesa, stando alle prime dichiarazioni, ampiamente condivisa anche dalla Fiom di Maurizio Landini, nota per i tanti strappi e le posizioni critiche nei confronti delle altre organizzazioni a monte, Cgil compresa, le cui osservazioni hanno preceduto quelle degli altri sindacati metalmeccanici, Fim e Uilm.
E se in alcune interviste televisive l'ala più estrema della Fiom ha considerato «restrittivo» l'accordo siglato da Cgil, Cisl e Uil, Landini ha detto di considerare «positivo e importante che i principi definiti tra Cgil, Cisl e Uil sulla rappresentanza siano divenuti elementi di accordo con Confindustria». «L'intesa - ha aggiunto - segna finalmente un passo avanti in materia di rappresentanza, di democrazia nei luoghi di lavoro e di validazione dei contratti collettivi di lavoro».
Fatto salvo che il patto sulla rappresentanza e la democrazia sindacale (se un contratto nazionale è sottoscritto dal 50% più uno della rappresentanza sindacale tutti sono tenuti a rispettare quanto stabilito da quel contratto) non riguarda gli accordi Fiat, gruppo sempre fuori da Confindustria, la posizione morbida del «signor no» Landini non è passata inosservata. Anzi, per qualcuno era più che prevista. Il leader della Fiom, infatti, in questo momento ha tutto l'interesse di apparire più «governativo» di fronte alla Cgil e al partito di riferimento, il Pd.
L'assenso del tenace segretario generale dei metalmeccanici «rossi» all'accordo con Confindustria sarebbe, infatti, il primo di una serie di passi che lo porterebbero allo scontro frontale con Susanna Camusso, numero uno della Cgil.
Landini, in pratica, già a partire dagli imminenti congressi territoriali della Cgil, sposterebbe la battaglia nel cuore del sindacato per puntare dritto alla leadership. Nelle dichiarazioni del capo della Fiom, comunque, non mancano tante contraddizioni.
Una verifica sulle reali intenzioni si avrà negli incontri che Landini avrà, entro la prossima settimana, con i suoi due omologhi di Fim (Giuseppe Farina) e Uilm (Rocco Palombella).
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