Economia

Per Saipem aumento di capitale da 1,5 miliardi, Eni scende ed entra Fsi

Per Saipem aumento di capitale da  1,5 miliardi, Eni scende ed entra Fsi

Entra nel vivo l'operazione salva debito targata Eni-Saipem. Dopo un lungo stop imposto lo scorso autunno dal caso South Stream, il Cane a sei zampe ha ripreso in mano il dossier che, evitando la vendita della controllata attiva nell'ingegneria petrolifera, si concentra sul deconsolidamento del debito. Un'operazione che secondo indiscrezioni raccolte dal Giornale sarà realizzata subito dopo l'estate, anche per dare il tempo al neo ad di Saipem, Stefano Cao, di confrontarsi con Claudio Descalzi (ad Eni) e gli advisor al lavoro. Dopo diverse valutazioni sembra che l'ipotesi più accreditata sia quella di un aumento di capitale da almeno 1,5 miliardi che riporti Saipem nell'olimpo delle società investment grade e permetta a Eni di diluire la sua quota (42,9%) senza uscire dal capitale.

Chi entra? «Dopo una sorta di roadshow poco convincente andato in scena prima di Natale - spiega una fonte - la strada sarà quella di un coinvolgimento del Fsi, il fondo strategico della Cdp (che ha il 25,7% di Eni). Al momento, e dopo le ultime polemiche politiche, non sarebbe visto di buon occhio l'ingresso di un ennesimo socio estero in una società italiana così strategica». Per questo è difficile pensare al socio Usa Dodge & Cox, al 9,4% di Saipem.

Numeri alla mano, dei 15 miliardi di debiti Eni, Saipem pesa per 4,6 miliardi. Una cifra tale da escludere altre ipotesi di deconsolidamento come, ad esempio, il rifinanziamento, troppo oneroso per una società non investment grade. «Uno status dal quale Saipem dovrà uscire al più presto visto che obbliga la controllataEni a dare extra garanzie in caso di nuove commesse e contratti».

La soluzione Fsi è la più semplice anche considerando il difficile contesto di mercato in cui opera il settore, piegato dal crollo del petrolio iniziato quasi un anno fa. E anche se nelle ultime settimane c'è stata una risalita da zona 45 a 55-60 dollari al barile, le ultime stime sono tutt'altro che rosee.

Cao sarà dunque l'uomo della svolta negli storici rapporti Eni-Saipem e a completamento di quel percorso di risanamento che la società sta provando ad attuare dopo due anni difficilissimi.

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