La stretta sui pensionati all'estero: adesso cambia tutto

Hanno lasciato l'Italia in totale più di 5 milioni di persone e gli assegni pensionistici nei Paesi stranieri elargiti dall’Inps rappresentano il 2,4% del totale delle pensioni pagate

La stretta sui pensionati all'estero: adesso cambia tutto

I pensionati all’estero sono in numero considerevole e non è semplice effettuare i controlli per evitare truffe e raggiri. I numeri sono questi: l’Inps deve corrispondere 326mila assegni in circa 165 Paesi diversi dall’Italia, tra cui le mete più gettonate, per i vantaggi fiscali, come il Portogallo, la Spagna e la Tunisia. Come riporta il quotidiano Il Messaggero, da mercoledì 14 settembre ci sarà una stretta sulle pensioni all’estero con verifiche approfondite sul miliardo e mezzo di euro elargito dall’Istituto di previdenza sociale nelle varie nazioni sparse nel mondo. Come detto, i Paesi che offrono maggiori opportunità di risparmio fiscale sono quelli “latini”. A Lisbona si rifugiano soprattutto i pensionati più ricchi, quelli che hanno assegni mensili che superano i 4mila euro lordi.

Coloro che sono al di sotto dei 4mila euro lordi al mese, invece, prediligono la Tunisia. Questione di calcoli, fatti al centesimo dai commercialisti per garantire il miglior servizio ai propri assistiti. In ogni caso aumentano sempre di più gli italiani a riposo che preferiscono cominciare una nuova vita in una nazione estera. Secondo un rapporto della fondazione Migrantes, dal 2017 al 2021, le persone che si sono trasferite in Portogallo dopo aver terminato di lavorare sono triplicate rispetto agli anni precedenti. Da 994 pensionati si è passati a 3.500 nel giro di poco tempo.

All’estero si sono spostati in totale più di 5 milioni di persone e gli assegni pensionistici elargiti dall’Inps rappresentano il 2,4% del totale delle pensioni pagate. Ecco perché, dati i numeri elevati, si è reso necessario effettuare controlli mirati che sono affidati a Citibank, l’istituto di credito che paga le pensioni in territorio straniero. La banca deve preoccuparsi, innanzitutto, se il pensionato che riceve l’assegno all’estero è ancora in vita e le verifiche saranno, a tappeto, scaglionate nel tempo, in particolare da questo mese di settembre fino a gennaio 2023. Le aree interessate sono quelle dell’Europa, escluse la Scandinavia e i Paesi dell’Est, l’Oceania e l’Africa.

I pensionati dovranno essere parte attiva dei controlli inviando all’Inps l’attestazione di esistenza in vita entro il 12 gennaio 2023.

La mancata presentazione della documentazione richiesta provocherà la sospensione del pagamento dell’assegno a partire da marzo 2023. Le uniche nazioni che sono escluse dalle verifiche sono quelle con le quali l’Italia ha sottoscritto accordi per lo scambio telematico di informazioni fiscali.

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