Economia

Schiarita su Pop Vicenza. Ipotesi aumento il 18 aprile

Unicredit in pista: oggi il cda dovrebbe prorogare la garanzia all'operazione da 1,7 miliardi

Schiarita su Pop Vicenza. Ipotesi aumento il 18 aprile

Unicredit ha esteso la garanzia sull'aumento da 1,75 miliardi dal 30 aprile fino alla seconda metà di maggio. Oggi partirà quindi il pre-marketing per sondare il mercato e l'avvio dell'operazione, sulla base del calendario attuale, è atteso il 18 aprile, ovvero subito dopo il via libera della Consob al prospetto informativo.

L'indiscrezione, battuta dall'agenzia Ansa attorno a mezzogiorno di ieri, arriva all'indomani dell'«unità di crisi» convocata martedì a Palazzo Chigi sulle banche alla quale hanno partecipato i vertici delle big del credito, Cdp, Fondazioni, Bankitalia e il ministro del Tesoro Padoan. Il maxi vertice ha finalmente messo tutti attorno a un tavolo per trovare una soluzione di sistema come la creazione di una piattaforma che permettere alle banche di cedere sofferenze in modo da ridurne il peso nei propri bilanci e l'istituzione di un veicolo partecipato dalle banche e dalle Fondazioni, con il sostegno della Cdp, che faccia da rete di sicurezza per le prossime ricapitalizzazioni.

A cominciare dalle più urgenti, e problematiche, come quelle di Vicenza da varare entro aprile e Veneto Banca, atteso entro giugno. «Seguiranno altri tavoli tecnici», assicurano dai palazzi romani. Tanto che ieri il presidente dell'associazione delle fondazioni bancarie, Giuseppe Guzzetti, non avrebbe portato all'attenzione del consiglio dell'Acri i contenuti dell'incontro nè in maniera formale nè informale.

Ma il mercato chiede di fare presto come dimostrano i crolli delle banche in Borsa di martedì. Ieri qualche titolo ha ripreso fiato: Mps è rimbalzata del 2,7%, Carige del 2,4%, Unicredit dell'1,7% e Intesa Sanpaolo dell'1,1% ma hanno chiuso ancora in negativo sia Ubi (-1,2%) sia le «spose» Bpm (-1,3%) e Banco Popolare (-3,3%) confermando il trend ribassista che prosegue da circa un mese. Dall'annuncio del progetto di fusione tra i due istituti popolari, il 23 marzo scorso, la Milano ha perso circa il 25,3%, il Banco circa il 35,4% aggiornando anche ieri - a 4,74 euro - i suoi minimi storici. La tensione, dunque, resta alta anche perché si teme un impatto negativo della situazione di incertezza sulle operazioni successive come l'aumento del Banco veronese e quello di Veneto Banca. Per quest'ultimo, da un miliardo, la capofila del consorzio di garanza è la controllata di Intesa, Imi. «Siamo tranquilli, si potrà fare l'operazione come era stata prevista», ha detto ieri il presidente del consiglio di gestione di Intesa, Gian Maria Gros-Pietro. Aggiungendo che «il tema fondamentale è la risoluzione dei crediti problematici perché è un tema sul quale da un lato l'Italia presenta una asimmetria rispetto ad altri Paesi, che deriva anche da situazioni normative, e dall'altro è un tema che una volta risolto rende più facilmente risolvibile anche tutto il resto».

Oggi sia Unicredit sia la Popolare di Vicenza riuniranno i rispettivi consigli di amministrazione.

Il governo Renzi incrocia le dita mentre i riflettori della Bce restano sempre bene accesi.

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